Manuela Cacco pronta a vuotare il sacco

PADOVA. Dimagrita di almeno sei chili dallo scorso 18 febbraio. Provata psicologicamente. Vittima di insonnia e attacchi di panico. Manuela Cacco, 53 anni di Camponogara, è l’ombra di se stessa: il pensiero va sempre ai figli, ai nipotini che verranno e che, appena nati, non potrà vedere e tenere tra le braccia (sia il maschio che la femmina sono in attesa di un bimbo) ma anche all’ex marito Smeraldo Marigo. A quest’ultimo, nei giorni scorsi, ha scritto una lunga lettera ringraziandolo per la vicinanza ai “ragazzi” e forse scusandosi perché con il giallo sull’assassinio di Isabella Noventa è stato tirato in ballo più volte. Negli anni ’90 il 55enne veneziano di Campagna Lupia venne arrestato nell’ambito delle inchieste sulla banda di Felice Maniero (il suo laboratorio orafo risultava coinvolto nei “traffici” dell’ex boss della Riviera); due anni fa un nuovo guaio.
Manuela Cacco è detenuta nel primo piano del carcere femminile di Verona: di giorno è libera di muoversi per la sezione, di notte deve restare nella cella condivisa con una giovane serba. Il difensore, l’avvocato Alessandro Menegazzo, conferma: «La mia assistita avverte la tensione e il peso di quello che sta succedendo, Continua a ripetere che le sembra tutto irreale». È arrabbiata con Freddy Sorgato, il ballerino-camionista di cui era (è) infatuata che ha confessato l’assassinio di Isabella Noventa sia pure come il frutto di un “gioco erotico estremo”?. «Di quanto accaduto dà la colpa più che altro a se stessa per aver partecipato alla messinscena». Domani, alle 14, sarà interrogata in carcere dal pubblico ministero Giorgio Falcone: starà in silenzio o parlerà? «Finora ha sempre risposto alle domande... Lunedì sarò da lei un’ora prima dell’incontro e vedremo» risponde il legale.
Un’ora più tardi, alle 15, il magistrato e il capo della Mobile interrogheranno Debora Sorgato, la sorella di Freddy, detenuta in una cella del secondo piano dello stesso carcere veronese. Nel lungo interrogatorio prima del fermo (scattato il 18 febbraio), la donna aveva solo raccontato agli inquirenti di essere sempre rimasta a casa la notte del delitto, nonostante le contestazioni (tabulati telefonici e immagini riprese dalle telecamere che hanno immortalato la sua auto mentre si aggirava vicino alla villetta di Freddy e al rientro a Noventa con Manuela dopo la messinscena in centro storico). L’avvocato Roberto Morachiello (che difende l’imputata con il collega Francesco Lava) si limita a confermare la rinuncia al Riesame che sarà formalizzata domani. Lo stesso farà l’avvocato Menegazzo. Sempre domani alle 11, Freddy Sorgato sarà interrogato nella casa circondariale di Padova dove è recluso. Accanto a lui, i difensori (gli avvocati Massimo Malipiero e Giuseppe Pavan) che hanno già revocato la richiesta di modifica della misura cautelare massima (il carcere), dopo aver avuto la possibilità di esaminare le 1500 pagine di atti del fascicolo d’inchiesta. Atti che, per legge, il pm Falcone ha messo a disposizione delle parti. «Siamo in attesa di una decina di accertamenti sui computer, cellulari, ambienti e automobili. Gli esiti saranno importanti perché potranno indirizzare l’inchiesta in una direzione o in un’altra e, di conseguenza, la difesa si regolerà», osserva l’avvocato Malipiero. Da qui la rinuncia al Riesame in una situazione così magmatica. Probabile che, anche domani Freddy resti zitto dopo essersi limitato ad ammettere il delitto di Isabella in un contesto che punta a minimizzare le sue responsabilità. Tuttavia la procura resta ferma: l’accusa per i tre è omicidio volontario premeditato e di occultamento di cadavere. Un cadavere che potrebbe spiegare molto su quello che è davvero accaduto. Ma che non si trova.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia