Manuela Cacco oggi ancora in aula

Delitto Noventa. Continua l’interrogatorio della tabaccaia di Camponogara
GENESIN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - INTERROGATORIO DELLA CACCO. EMANUELA CACCO
GENESIN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - INTERROGATORIO DELLA CACCO. EMANUELA CACCO

PADOVA. «Mi manda a casa?... Bastano gli arresti domiciliari, basta star vicino ai miei figli» è la domanda che Manuela Cacco rivolge al pm Giorgio Falcone alla fine del primo interrogatorio in cui ricostruisce l’assassinio di Isabella Noventa. E il magistrato non la illude: «Sulla misura non decido io, do solo un parere. È il giudice che decide...». A quell’obiettivo spera sempre di arrivare Cacco (difesa dall’avvocato Alessandro Menegazzo) dopo altri due interrogatori e l’incidente probatorio, iniziato venerdì e in programma anche oggi, per ribadire quel racconto in contraddittorio. Un racconto che solo così si trasformerà in prova da far valere in un eventuale processo. Dopo il botta e risposta con il pm, dalle 9.30 si riparte con le domande dei legali di parte offesa (la famiglia Noventa e l’ex marito), poi con i difensori dei coimputati Freddy e Debora Sorgato. E nel mirino finiranno le contraddizioni della Cacco. Prima fra tutte: perché Isabella è stata uccisa?

AMORE E SOLDI. «Suo cognato (il maresciallo dei carabinieri Giuseppe Verde) aveva consigliato Freddy di lasciarla per non essere coinvolto nelle vicende giudiziarie di Paolo e Isabella Noventa... Era stata lei poi a cercare lui». Manuela nega che l’uomo fosse innamorato della segretaria di Albignasego, almeno tenta di farlo. Ma come spiegare l’investigatore privato messo alle calcagna della donna da Freddy in due occasioni nel 2014 e nel 2015? «Non riusciva a capire da dove arrivassero tutti questi soldi che spendeva, dai 150 ai 300 euro al giorno...». Infine l’ammissione: «Freddy innamorato di Isabella? Probabilmente sì, mi fa male ammettere questa cosa...». Manuela insiste: «La più contraria alla storia con Isabella era Debora... che vedeva il fratello soffrire». Nessun motivo economico alla base del rancore visto che Freddy «era molto certosino... Segnava tutto, anche i due euro del caffè». La versione del 25 febbraio, però, è rettificata nel faccia a faccia con il pm del 7 marzo. «Debora più volte aveva espresso timori per il patrimonio di Freddy che avrebbe potuto essere messo a rischio dal legame con la Noventa. Freddy aveva tutta l’eredità ricevuta dal padre, anche la parte di Debora perché quest’ultima, avendo dei debiti, aveva rinunciato all’eredità, d’accordo con il fratello che avrebbe tenuto... come fiduciario la sua parte. Si trattava di debiti che risalivano all’ex compagno o marito di Debora, entrambi morti». Insomma il figlio di Debora rischiava di perde il patrimonio del nonno che avrebbe potuto ottenere attraverso lo zio.

SFILATA IN CENTRO STORICO. «Lei finché aveva il giubbino addosso non aveva capito che faceva la controfigura per allontanare i sospetti di omicidio da Freddy Sorgato?» chiede il pm Falcone a Manuela Cacco il 25 febbraio a proposito della sfilata in centro a neanche un’ora dal delitto. Manuela nega di aver mai saputo di dover assecondare il depistaggio messo in atto dai fratelli-killer quella notte (venerdì 16 gennaio): «No... Me lo dissero (Freddy e Debora) il giorno dopo», anche se la notte maledetta «Freddy mi diede un suo telefono con inserita la scheda Sim intestata a mio padre... Scheda che io gli avevo dato perché mio padre non la usava più. In centro mi telefonò: “Debora ti aspetta in piazza Insurrezione”». In caso di controllo sarebbe risultato che Freddy aveva accompagnato in centro Isabella (ovvero Manuela travestita con il piumino della vittima) fotografata da varie telecamere. Manuela si dissocia dell’assassinio. Ma se nulla c’entra, perché ritorna a casa di Freddy anche l’indomani e per tutto il fine settimana? È lei a raccontarlo: «Sono tornata lì (nella villetta in via Sabbioni a Noventa, luogo dell’omicidio) il sabato sera, mi sono fermata fino al lunedì mattina e abbiamo data un’altra pulita (lei e Freddy). Fu Debora a dirmi di stare molto vicina a Freddy perché lo aveva visto molto sconvolto».

LE MOLESTIE ALLA VITTIMA. E lo stalking verso Isabella durato mesi e contestato dal pm alla Cacco? Lei ribalta l’accusa: «Non c’entro nulla... Isabella? Le telefonate anonime mi arrivavano dal suo cellulare al telefono del negozio... Ho visto il numero e denunciato ai carabinieri. Per tre volte è venuta in negozio a offendermi». Quanto al post sul suo profilo Facebook in cui parla di una «iena che non muore mai e si ciba di carogne», Cacco ha negato di essersi riferita alla Noventa.

DEBORA BULLA. E Debora? «Si sente una bulla... So che una volta è andata a casa di Freddy, ha aggredito Isabella verbalmente e lei è salita in macchina e andata via... È per quello che a me fa paura» ha ribadito Cacco. Eppure ha sempre continuato a frequentarla: con lei ha trascorso il Natale 2015.

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