Mantovani, si tratta per la cassa integrazione
I rappresentanti di Ance (l’associazione dei costruttori) e Mantovani saranno giovedì a Roma, al ministero del Lavoro, per confrontarsi su come affrontare il piano da 170 esuberi annunciato il 26 settembre alle organizzazioni sindacali di categoria. Sarà un incontro tecnico, preliminare a quello con i rappresentanti dei lavoratori, richiesto da Ance e Mantovani con l’obiettivo di ottenere il via libera al prolungamento della cassa integrazione straordinaria, per sei mesi o meglio un anno. La cassa integrazione straordinaria - cercheranno di spiegare Ance e Mantovani - permetterebbe di garantire la continuità aziendale. Se l’azienda del Mose nei prossimi mesi riuscisse infatti a ottenere nuove commesse in Italia sarebbe nelle condizioni di chiedere ad almeno una parte dei propri dipendenti di tornare al lavoro. L’incontro di giovedì servirà per capire non solo se sia possibile prolungare la Cassa integrazione straordinaria ma anche per delineare quale sia il percorso migliore per farlo, dal momento che in questi mesi è in corso la rivoluzione degli ammortizzatori sociali e dal primo gennaio del 2017 la Mobilità verrà sostituita dalla Naspi. All’incontro di giovedì ne seguirà un altro con i rappresentanti delle segreterie nazionali di Filca Cisl, Feneal Uil e Fillea Cgil delegati alla trattativa. La decisione dell’azienda della famiglia Chiarotto di procedere alla Mobilità di 170 dipendenti su 366 è legata alla crisi del settore edile.
Dei 170 dipendenti di cui è prevista la mobilità 105 sono operai, 31 tecnici di cantiere, 4 dirigenti e 30 impiegati degli uffici della sede di Padova. A questi bisogna aggiungere altri 32 lavoratori a tempo determinato cui non verrà rinnovato il contratto. «Una scelta obbligata, non ci sono più cantieri», hanno spiegato i vertici della società alle organizzazioni sindacali. Dopo l’apertura della cassa integrazione, un anno fa, circa venti lavoratori hanno preferito andarsene con una buona uscita: 900 euro e per gli operai di circa 500 euro. Dopo aver realizzato la piattaforma dell’Expo di Milano, e con i lavori del Mose di Venezia in fase di completamento, la Mantovani sta attraversando un periodo di crisi per la mancanza di commesse: dal 2014 al 2015 il fatturato è sceso da 450 a 180 milioni di euro. In Italia il prossimo cantiere aprirà tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017: al porto di Napoli la Mantovani ha vinto un appalto da 12 milioni di euro per lavori idraulici e al sistema fognario.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia