MANOVRA, via all’aumento della benzina

Scatta l’aumento delle accise sui carburanti deciso nella manovra di Mario Monti. Secondo la Cgia di Mestre l’intera manovra costerà circa 800 euro a famiglia. Di’ la tua sulla stangata che colpirà le famiglie veneziane

ROMA. Altro che “balzello”, l’aumento delle accise sui carburanti stabilito dalla manovra Monti è una vera mazzata. Ed è anche immediata visto che la decorrenza non scatta più il primo gennaio 2012, ma con «l’entrata in vigore del decreto». Dunque già oggi o comunque non appena il documento dell’esecutivo sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Il ritocco applicato fissa un rialzo sulle aliquote di benzina e diesel rispettivamente di +8,2 centesimi al litro e +11,2, portando l’accisa sulla verde a 704,20 euro per mille litri e quella sul gasolio a 593,20. A questi aumenti ovviamente va aggiunta l’Iva al 21 per cento: così il rincaro arriva a 9,9 centesimi al litro per la benzina ed a 13,6 per il diesel. Il rincaro tocca anche Gpl (salito a 267,77 euro per mille chili, pari a 2,6 cent in più) e metano (+0,00331 euro per metro cubo).

Tradotto in soldi, secondo le stime delle associazioni dei consumatori, la stangata comporterà al cittadino una spesa media di 130 euro in più all’anno per le auto a benzina e di 150 per quelle diesel. Mentre 5-6 euro (per una macchina di media cilindrata), sarà quello che si pagherà in più per ogni pieno. Con l’operazione “caro carburante” il governo guidato da Mario Monti prevede di rastrellare nel 2012 circa 5,8 miliardi (considerando 1 miliardo di effetto sull’Iva). Ma la morsa sulle accise comporterà, avvertono il Codacons e la Confederazione agricoltori, anche l’aumento di tutti i prodotti trasportati su gomma. «Il 90 per cento dei prodotti alimentari - avverte la Cia - per arrivare dal campo alla tavola macina chilometri: questi ritocchi costringono i consumatori a togliere soldi a beni essenziali come pane, pasta e carne». Un allarme al quale si aggiunge quello del presidente Codacons Carlo Rienzi: «Questo aumento determinerà non solo un rincaro dei listini alla pompa, ma un generalizzato aumento dei prodotti trasportati, con conseguenze negative sul tasso di inflazione». A fare cassa sul carburante inoltre, saranno anche le Regioni che aumentando le accise di 1 centesimo potranno finanziare il trasporto pubblico.

E non è finita, dal 1° gennaio 2013 si ricomincia con un ulteriore balzello solo su benzina e gasolio di 0,5 euro per mille litri. I ritocchi sulla benzina hanno una storia antica: dall’emergenza alluvioni e immigrati del 2011 fino a risalire alla guerra in Abissinia del 1935, ogni catastrofe o contingenza economica è buona per mettere mano alle accise. Sembra sia questa la vera imposta «salva-Italia». Ad esempio, le “tasse di scopo” per la crisi di Suez (1956), il disastro del Vajont (1963), l’alluvione di Firenze (1966), le missioni in Libano e Bosnia (1983 e 1996), fino alle ultime per il Fus (fondo per lo spettacolo) e per le alluvioni in Liguria, sono balzelli serviti all’emergenza del momento, mai più tolti e che vanno a finire nella fiscalità generale e, quindi, nelle casse dello Stato. Ma cosa va a comporre la struttura del prezzo dei carburanti? Il peso maggiore è quello della componente fiscale (accisa e Iva) al quale si aggiunge il prezzo industriale (materia prima e margine lordo). L’Unione petrolifera spiega che «con il nuovo aumento, il peso delle tasse sulla benzina arriva intorno al 60 per cento e sul gasolio al 56».

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