MANOVRA / La scure si abbatte su 74 mila pensionati
MESTRE. 185 mila pensionati con meno di mille euro al mese tirano un sospiro di sollievo perché evitano per un pelo il blocco delle rivalutazioni. Altri 74 mila assegni da mille fino a tremila euro , invece, per il 2012 e il 2013 si dovranno scordare aumenti. Sull sfondo migliaia di lavoratori che temono di non arrivarci, invece, all’appuntamento con la pensione. Tutti guardano con preoccupazione alla riforma della previdenza del governo Monti.
La manovra. Ecco le novità in sintesi: abolizione della pensione di anzianità che diventa «anticipata» e si potrà richiedere dal 1 gennaio 2012 solo con almeno 42 anni di contributi (41 per le donne). Per la vecchiaia i requisiti salgono a 66 anni per gli uomini mentre le donne dal 2012 potranno andare in pensione a 62 anni. E c’è il blocco dell’indicizzazione nel biennio 2012-2013 per le pensioni superiori ai mille euro. Salve le minime (467 euro) e le doppie al minimo (960 euro).
I dati della provincia. Sul sito dell’Inps, siamo andati a caccia di dati sulla previdenza nel Veneziano. Almeno 190 mila i pensionati nella nostra provincia, poco più di 256 mila le pensioni erogate al 2011. Importo medio mensile di 825 euro.
Quasi 140 mila sono pensioni per lavoro dipendente (comprese gestioni separate, escluso l’Inpdap) con un importo medio di mille euro. Per il lavoro autonomo sono poco più di 71 mila (738 euro di media mensile). 145 mila per vecchiaia; assegno di 1063 euro medi mensili. Quasi 8.500 per invalidità con 665 euro di assegno medio.
Gli importi. Sono poco più di 45.200 le pensioni tra i 500 e i 749,99 euro (media provinciale pari a 607 euro); 24.554 quelle tra i 705 e i 999 euro ( importo medio di 870 euro). Altre 18.847 hanno importi tra i mille e i 1.249 euro ( media di 1.121, 58). Altre 71 mila 406 pensioni hanno importi vari da mille a oltre 3 mila euro. Quasi 55 mila riguardano il lavoro dipendente con una media di assegno di quasi 1.800 euro. Queste sicuramente dovranno fare i conti con il blocco delle indicizzazioni per i prossimi due anni.
Quanto perdono. La Cgia di Mestre di Giuseppe Bortolussi è andata a valutare ieri con una prima stima l’effetto della mancata rivalutazione di queste pensioni. I dati stimano un mancato introito dai 248 ai 566 euro per le pensioni lorde dai 13 mila ai 39 mila euro annui, rispetto al regime in vigore prima della manovra estiva.
Attesa all’Inps. Sono in attesa dei dispositivi da applicare gli uffici dell’Inps. Il direttore regionale Antonio Pone valuta la manovra Monti come «un ulteriore passo nella direzione di ricondurre i trattamenti ai versamenti contributivi realmente effettuati dal cittadino nel corso della sua vita lavorativa. In questo senso la manovra è senz'altro da valutarsi positivamente sul piano dell'equità». Il trend del caso di richieste di pensioni secondo Pone «proseguirà, a maggior ragione per effetto dell'immediata entrata in vigore delle norme che prevedono requisiti più restrittivi per l'accesso al pensionamento». L’Inps stima nel Veneziano circa 185 mila pensionati con assegni sotto i mille euro. Il numero delle pensioni tiene conto del fenomeno delle plurititolarità : un pensionato che è titolare di pensione ordinaria e di reversibilità o invalidità.
Informazioni. Gli uffici Inps, spiega Pone, «sono a disposizione, con la rete dei patronati» dei cittadini a caccia di informazioni e certezze. «La telematizzazione delle istanze di servizio», dice Pone consente di «liberare risorse aggiuntive in precedenza occupate dalla gestione ripetitiva del cartaceo e quindi siamo da tempo in condizione di concentrare le nostre risorse di front-office sull'attività di consulenza ».
Curiosità: le età. Poco più di 4.700 pensioni interessano veneziani tra i 40 e i 49 anni; 3.900 dai 50 ai 54 anni; oltre 10 mila e 700 persone dai 55 ai 59 anni. Più di 34 mila per quelli dai 60 ai 64 anni e 38.550 per chi ha dai 65 ai 69 anni. Gli ultrasettantenni (70-79 anni) riguardano 83.358 pensioni. Nei conteggi sono comprese le prestazioni assistenziali. Si legge quarantenni e si pensa ai «baby pensionati». Senz’altro ci sono ma dall’Inps spiegano che «la maggioranza sono da ricondurre alla reversibilità a seguito del decesso del lavoratore e all'invalidità».
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