«Maniero deve avere paura solo della sua coscienza»

«Di Felice Maniero non voglio parlare oggi è un giorno di festa. Maniero ha paura dei suoi sodali? Maniero deve avere paura e preoccuparsi solo di Dio e della sua coscienza».
Così Giampaolo Manca ex affiliato della mafia del Brenta ieri al parco di Catene a Marghera alla presentazione del suo libro biografico “All’inferno e ritorno” edito dalla casa editrice Books Sprint Edizioni.
Manca ha anche lanciato l’idea della costituzione di una associazione per bambini poveri, pensata proprio per evitare che le giovani generazioni, quelle più fragili incorrano negli errori in cui è capitato lui. Manca in carcere, per i crimini commessi ci è stato oltre 36 anni e ora che è uscito vuol aiutare i ragazzi più fragili.
«Ho cominciato a sbagliare» spiega Manca, «quando avevo 13 anni, le prime marachelle sulla strada con gli amici. Poi verso i 18 anni le prime azioni importanti, i furti di quadri, rapine con Silvano Maistrello detto Kociss. Dopo di ciò ho cominciato a veder arrivare tanto denaro anche dallo spaccio di droga. Soldi per fare la bella vita senza far nulla, anzi facendo il male. Una delle che più mi far star male infatti è che con lo spaccio di droga sono morti tanti giovani. Ora non sono più la stessa persona di quando sono entrato in carcere. Circa due anni fa mi sono confessato, per la prima volta dopo decenni ed è come se fossi rinato. Ho sentito che qualcosa dentro di me era cambiato profondamente».
Manca si sofferma anche su certi aspetti che tornano dal passato. «In un film» dice «in una scena della cattura di Maniero, alla domanda cosa fa nella vita, Maniero risponde tranquillamente “faccio rapine” come se nulla fosse. Ecco questa risposta può essere emulata dalle giovani generazioni».
Per Manca anche serie televisive come Gomorra possono essere purtroppo cattivi esempi. «I ragazzi fragili sono» spiega, «sono affascinati da questi modelli che portano ricchezza e potere immediato. Tanti amici che vivino a Napoli, mi dicono che le gesta dei camorristi così come vengono raccontate in tv sono prese ad esempio. E bisogna evitarlo, bisogna fare di tutto perché i ragazzi capiscano cosa succede a percorrere quelle strade».
Anna della comunità Papa Giovanni XXIII di Rimini ha sottolineato la grande conversione di vita Giampaolo Manca. Con lui oltre ai famigliari c’erano ieri gli avvocati Claudio Beltrame e Renato Alberighi. Il primo ha sottolineato come Manca abbia chiesto scusa per la morte di Cristina Pavesi uccisa dalla mafia del Brenta in un assalto al treno portavalori a Vigonza, e ha ricordato anche che lo stesso Manca non ha mai usufruito dei benefici di legge legati al pentitismo. Alberighi ha rimarcato invece che la mancata approvazione di una normativa da parte del governo uscente per il ricollocamento lavorativo dei detenuti è un errore. Il presidente della Municipalità di Marghera Gianfranco Bettin che era presente alla presentazione del libro si è preso l’impegno di trovare una sede all’associazione “Aiutare i bambini poveri” voluta con forza da Manca e di cui è il presidente Michele Alberti.
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