Manda mail sulla messa del Papa: l’Asl punisce il dipendente
MESTRE. Si è dato da fare, come gli era stato chiesto da un superiore, per consentire ai pazienti dell’Ospedale dell’Angelo e a chiunque fosse interessato di seguire in televisione la Messa del Papa, lo scorso 8 maggio a San Giuliano. Ma ha utilizzato l’email dell’Asl 12 per comunicarlo a tutti. E’ stato sottoposto a procedimento disciplinare e sarà sospeso dal servizio senza stipendio per tre giorni, da lunedì a mercoledì della prossima settimana. Bernardino Mason, però, non ci sta. Così l’infermiere e formatore racconta tutto nel suo blog.
«Dovevo attivarmi - racconta Mason – per fare in modo che per quel giorno tutti i televisori dell’Angelo potessero trasmettere in chiaro la diretta della messa del Papa (per vedere la tv, di solito, il paziente paga 3,5 euro al giorno, ndr). L’avevo fatto perchè incaricato dai miei diretti superiori, il direttore della Scuola veneta di sanità e il direttore amministrativo», all’epoca Maria Alessandra Massei.
Il 4 maggio i superiori validano il comunicato. Pensando di fare cosa gradita e giusta Mason diffonde il comunicato via email a tutti i dipendenti. Avrebbe dovuto divulgarlo, invece, soltanto ai pazienti e ai responsabili di reparto. E non utilizzando la mail aziendale e quindi il logo dell’Asl 12.
Così facendo, infatti, il responsabile Affari generali Michele Bacchin gli ha contestato di aver «ingenerato nei dipendenti la convinzione di poter interrompere la propria attività lavorativa» per assistere alla messa del Papa in tv. Di più. Secondo quanto contestatogli dal direttore generale Antonio Padoan, Mason con il suo comportamento avrebbe leso «l’immagine laica dell’azienda».
«L’assurdo di questa vicenda – scrive Mason – è che mi si riconosce di aver agito con correttezza e su indicazione del direttore amministrativo. L’unico atto improprio rimane l’aver diffuso il comunicato via mail a tutti i dipendenti e non solo ai diretti interessati». Ma quello che l’ha fatto arrabbiare di più è stato altro.
«Dopo quello che mi è successo ho chiesto la solidarietà a molti colleghi - racconta Mason –Da molti mi è stata data. In molti altri casi ho capito che i colleghi non erano pronti a darla perchè avevano paura delle conseguenze. Ecco, attraverso il dissenso che ho deciso di manifestare pubblicamente nei confronti di questo provvedimento che ritengo ingiusto e vessatorio, voglio denunciare anche questo: il clima di tensione in cui molti dipendenti dell’Asl 12 sono costretti a lavorare».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia