Manca il personale, udienze rinviate. Giustizia bloccata a Venezia

VENEZIA. Non era mai accaduto prima. Nei giorni scorsi la responsabile dell’Ufficio dei giudici dell’udienza preliminare e delle indagini preliminari Giuliana Galasso ha scritto al presidente del Tribunale, informandolo che da lunedì 28 settembre i magistrati saranno costretti a rinviare le udienze con indagati non detenuti perché mancano i cancellieri.
L’Ufficio del giudice delle indagini preliminari è quello che riceve le comunicazioni degli arresti, che organizza l’interrogatorio degli arrestati per la convalida da parte dei giudici, che avvisa i difensori, inoltre è quello che dà seguito alle ordinanze di custodia cautelare firmate dai giudici e che organizza gli interrogatori. Un ufficio che non può chiudere o rinviare le udienze perché ci sono scadenze pressanti con il rischio che vengano annullati gli arresti e indagati pericolosi escano dal carcere.
Così, la presidente Galasso, dopo che uno dei due cancellieri dell’ufficio è andata in pensione, ne ha trasferito due dall’Ufficio udienze preliminari, sguarnendo quest’ultimo, dove è rimasto un unico cancelliere. Essendo ben otto i magistrati da seguire e spesso in una giornata sono anche in tre o quattro a tenere udienza, l’unica strada è rinviare tutte quelle in cui i procedimenti non riguardano indagati in stato di detenzione.
Chi è in carcere ha sempre la precedenza per quanto riguarda i tempi: in caso di assoluzione deve essere scarcerato e quindi l’udienza va fissata nei tempi giusti; se, invece, è colpevole non deve essere scarcerato semplicemente per scadenza dei termini a causa dei rinvii delle udienze per carenza di personale. Da tempo, ormai, i presidenti della Corte d’appello che si sono succeduti su quella poltrona denunciano durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario i vuoti tra ol personale amministrativo.
Sia in Tribunale sia in Corte la carenza ha raggiunto il 30 per cento: da anni il ministero della Giustizia non assume, il personale invecchia e chi va in pensione non viene sostituito. L’appello a Roma è sempre caduto nel vuoto e a soffrirne di più sono gli uffici in cui le scadenze sono pressanti e si decide dello stato di libertà delle persone.
Se un processo senza detenuti va in prescrizione è certamente una sconfitta per la giustizia, ma è molto peggio se un rapinatore o uno stupratore, un corruttore o un corrotto escono dal carcere perché manca il cancelliere o, ancor peggio, se un innocente fa anche un giorno in più di carcere. Le speranze future sono riposte sul personale delle amministrazioni provinciali che, entro l’anno, verranno distribuite e almeno una decina dovrebbero finire in Tribunale.
Ma al loro arrivo mancano due mesi e poi si tratta di personale che per una vita ha fatto altro e, quindi, va preparato. Ci vorranno mesi perché raggiunga piena autonomia. Così, le udienze saranno rinviate e la giustizia rallenta ancora.
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