Manager Avm, spunta un nuovo bonus da 81mila euro

Comune a un passo dal default ma l'ad delle partecipate Giovanni Seno arriverà a superare i 300mila euro l'anno, se il bilancio sarà in pareggio
Giovanni Seno (a sinistra) con il presidente di Actv Luca Scalabrin
Giovanni Seno (a sinistra) con il presidente di Actv Luca Scalabrin

VENEZIA. È il più pagato tra i manager delle società partecipate dal Comune. E adesso per l’amministratore delegato di Avm e Actv, nonché consigliere del Casinò Giovanni Seno, spunta un nuovo bonus. Se raggiungerà, come probabile, il pareggio di bilancio per l’esercizio 2014, tra due mesi percepirà un’indennità aggiuntiva del 60 per cento rispetto al suo stipendio base di 135 mila euro. Arrivando dunque a superare i 300 mila euro. Sembrano cifre di altre epoche, visto il Comune a un passo dal default e i dipendenti comunali senza straordinari. Ma a Seno è stata affidata la responsabilità di tre aziende, adesso anche il Casinò. E la proposta di bonus approvata nel dicembre del 2013 dall’assemblea degli azionisti, dunque dal Comune. L’amministratore delegato di Avm e Actv guadagna dunque circa sei volte più dei suoi presidenti (Sandro Moro di Avm e Luca Scalabrin di Actv), che percepiscono 50 mila euro. E può beneficiare di due bonus di risultato. Uno del 20 per cento, già corrisposto, e quello del 60 per cento. Che a differenza del primo non è menzionato nelle dichiarazioni dei compensi pubblicati dal Comune per la legge sulla trasparenza.

Seno dunque percepisce oltre ai 135 mila euro fissati per la carica di amministratore delegato anche i bonus del 20 per cento (27 mila euro) e del 60 per cento (81 mila) altri 50 mila per l’incarico in Actv, 22 mila per la sua nuova nomina di consigliere della Casinò spa decisa dal commissario Zappalorto. Totale, 315 mila euro.

Lo stesso commissario ha anche sdoppiato gli incarichi di presidente alla Cmv (Casinò municipale Venezia). Prima erano in carico entrambi a Massimo Miani, che percepiva 36 mila euro l’anno. Adesso sono stati affidati a Ilaria Bramezza, trevigiana, già direttore generale del Comune all’epoca del sindaco Costa e consulente della società americana Caesar Palace all’epoca delle tratative per la vendita a privati del Casinò. E al commercialista mestrino Andrea Martin, già revisore dei conti di Actv e Avm.

Anche in questo caso la spesa complessiva è aumentata, visto che adesso la Casa da Gioco, che pure ha ridotto ulteriormente i suo incassi nell’ultimo periodo, dovrà pagare due stipendi invece di uno. Quello di Bramezza è stato anche aumentato su sua richiesta e portato da 22 a 36 mila euro. Tutto andrà parametrato al periodo in cui la manager resterà in carica. In teoria si tratta di pochi mesi, dal momento che il suo mandato scade al momento del’approvazione del bilancio. Nomine e compensi che fanno discutere. E non sempre rispettano i limiti imposti dalla Finanziaria e l’autoriduzione del 20 per cento decisa qualche anno fa.

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