Mamme con i bambini in corteo «Ci hanno bruciato il futuro»

Manifestazione del Comitato 9 dicembre: in 150 marciano in città fino a piazza Ferretto, poi la grigliata «Siamo disperati e non ci sentiamo rappresentati da nessuno». La protesta prosegue a oltranza
Di Francesco Furlan
Corteo di protesta dei forconi per le vie di Mestre
Corteo di protesta dei forconi per le vie di Mestre

In corteo da via Righi a piazzetta Coin, con una deviazione non autorizzata verso piazza Ferretto, dove la manifestazione si è sciolta, con i manifestanti che sono poi tornati al presidio per una grigliata. Circa centocinquanta persone ieri hanno partecipato all’iniziativa del comitato “9 dicembre” di cui i principali protagonisti sono quelli dei Forconi e, in Veneto, i Liberi imprenditori federalisti (Life). Il corteo è partito verso le 11 ed ha sfilato, occupando una corsia di marcia, lungo Corso del Popolo. Tra slogan, bandiere italiane e veneziane, il sound-system che sparava a tutto volume l’inno d’Italia, in prima fila c’era un gruppo di mamme con le carrozzine. Come Noemi Kattaruzzo, 26 anni, che spinge Gioia, di un anno. «Sono qui perché ci hanno bruciato il futuro, io sono disoccupata, il mio fidanzato è disoccupato, abbiamo due figli e non ce la facciamo più ad andare avanti. Sono qui per i miei bambini, e con Gioia» racconta «perché voglio far vedere che si può scendere in strada in modo pacifico, per dire che non ne possiamo più di questa classe dirigente, che sono i politici che devono avere paura di noi, non noi ad avere paura dei politici». È un po’ più agitata la piccola di Laura Besio, 30 anni, mentre il corteo sfila proprio davanti al posto in cui lavora, la filiale del Monte dei Paschi di Siena. «Ma sono una bancaria, non una banchiera» sottolinea, a spiegare che anche chi oggi ha un posto in banca - «mi sento una privilegiata» - non si sente al sicuro. «È vero, ho il privilegio di avere un lavoro, di averlo a tempo indeterminato, e di essere ben retribuita» dice «ma è giusto essere qui, per dire che se scendiamo in strada, in modo pacifico, possiamo mandare a casa questa classe politica che ha fatto di tutto per dividerci: terroni e polentoni, destra e sinistra, imprenditori e agricoltori. Qui ci sono persone di tutte le opinioni politiche, che hanno votato partito diversi, ma che non si sentono più rappresentate da nessuno». Sfilano persone diverse, con percorsi politici che spesso hanno fatto tappa nei movimenti antagonisti di sinistra, e più spesso in quelli di estrema destra - come si capisce parlando con i manifestanti - ma soprattutto condividono la disperazione perché senza lavoro e senza prospettiva di futuro. «Un movimento interessante, ma difficile da capire» dice Vicenzo Rigamonti, il farmacista di Corso del Popolo, a capo del comitato del quartiere, mentre dalla sua farmacia, di turno, guarda sfilare il corteo. Marta De Sabbata, 25 anni, che tiene la mano al piccolo Brian - «quasi quattro» - un lavoro ce l’ha, fa la commessa in un negozio all’Auchan, «ma mi sembrava giusto essere qui, per solidarietà con chi non ce la più, in una manifestazione che è senza partiti». Verso mezzogiorno il corteo arriva in piazza Barche, gira intorno a Coin, tra le bancarelle del mercato, alzano cartelli con citazioni tratte da “V per Vendetta” come «Mio padre mi diceva che gli scrittori dicono le bugie per rivelare la verità, i politici le usano per nasconderla». In piazza Barche i manifestanti decidono di puntare su Piazza Ferretto, ma all’ingresso, dalla parte di via Poerio, vengono fermati dalla polizia. Poi tutti al presidio per la grigliata, un presidio che, dice uno dei leader del protesta, Stefano Guerra, «proseguirà ad oltranza» mentre un gruppo si sta già organizzando per la manifestazione di Roma.

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