“Mamma Rosa” sfrattata da casa. «Aiutatemi a trovare un tetto»
MIRANO. Verrà sfrattata tra una settimana la mamma adottiva dei cuccioli feriti o abbandonati. Appello disperato di Rita Asolati, conosciuta in città per essere stata per anni l’anima del rifugio “Mamma Rosa”: con il marito Giovanni, due cani e alcuni gatti adottati dopo la chiusura del rifugio, rischia ora di finire in strada. Una storia che sta raccogliendo tanta solidarietà a Mirano, ma finora poche prospettive di soluzione. Di lei si sta interessando il Comune, anche attraverso l’ente Mariutto, ma per ora senza risultati e oramai il tempo stringe.
Mercoledì Rita, Giovanni e i loro animali, saranno fuori, impossibilitati a pagare un affitto dopo che lei è rimasta disoccupata e il marito in mobilità. Ora Rita lancia l’appello: «Cerchiamo una sistemazione, possiamo pagare un affitto fino 400 euro, ma dateci una casa. Abbiamo fatto tanto per il territorio in questi anni».
L’impegno di Rita per i cagnolini abbandonati iniziò circa trent’anni fa, quando si stabilì a Mirano e aprì il rifugio “Mamma Rosa”, poi chiuso. In 23 anni da responsabile della struttura sono passati per le sue cure centinaia di cani e gatti e quando il rifugio ha dovuto chiudere i più sfortunati (alcuni menomati dopo incidenti o percosse) che non avevano trovato padrone, sono finiti a casa con lei.
Le restano due cagnolini. «Per me sono come dei figli», racconta, «loro e Giovanni sono la mia famiglia, chiediamo solo ospitalità, anche temporanea e comunque nulla di regalato: paghiamo un affitto purché non sia troppo alto, perché siamo senza lavoro. Credo di aver dato tanto in questi anni ai 17 comuni di Miranese e Riviera, permettendo loro anche di risparmiare, perché prendendomi cura dei randagi ho evitato che dovessero metterli in canile, a spese della collettività. Adesso chiedo solo una mano a trovare una sistemazione per me, mio marito e i miei animali».
Il tempo sta per finire, Rita e Giovanni le hanno provate tutte e uno spiraglio potrebbe essere un alloggio di proprietà del Mariutto. «Ma non è facile», racconta, «ci viene chiesta un’assicurazione che non possiamo dare perché non abbiamo un garante che faccia fede e neanche una busta paga. Senza gli animali sarebbe più facile, ma io non li abbandono. Non li ho voluti, sono stati trovati e me li hanno portati. Per loro e per il rifugio io ho perso il lavoro, avevo un contratto a tempo indeterminato. E sicuramente adesso non mi troverei con lo sfratto esecutivo. Se non troveremo una casa per tutta la famigliaio finirò con loro sotto un ponte».
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