Maltrattamenti in famiglia, donna cacciata di casa
Allontanata da marito e figlio per maltrattamenti in famiglia. La misura della polizia ha riguardato una donna già protagonista, in passato, di episodi di violenza nei confronti di marito e figlio minore. Violenza che si scatena ogni volta per colpa del vizio del bere che ha la signora. Sabato, dopo l’ennesimo episodio, la donna è stata allontanata dall’abitazione e denunciata.
Lei è una costaricana di 50 anni, è sposata con un mestrino e ha un figlio ancora minorenne. Da qualche anno ha il vizio di esagerare con l’alcol. E ogni volta, quando torna a casa ubriaca, aggredisce i familiari. La situazione è stata segnalata più volte alle forze dell’ordine e al Tribunale dove è aperto un provvedimento considerato che uno degli sfortunati protagonisti della sua violenza è anche il figlio minore.
Sabato, nel tardo pomeriggio, l’ennesimo episodio, La donna è tornata a casa ubriaca e in preda ai fumi dell’alcol ha iniziato a litigare con il marito. Dalle parole è passata alle vie di fatto proprio davanti al figlio. A quel punto il marito ha chiamato la polizia. Sul posto è intervenuta una volante. Una volta chiamata la donna gli agenti hanno provveduto a segnalare l’accaduto al pm di turno. Considerati anche i precedenti episodi il pm ha accolto la richiesta degli agenti di allontanare dalla famiglia la cinquantenne.
Nel caso della donna è stata applicata la legge riguardante le “Misure contro la violenza nelle relazioni familiari” che prevede una tutela provvisoria per persone in situazione di violenza. È applicabile in quei casi in cui un convivente – familiare o non - usa violenza (fisica o anche psicologica) a una persona o ha un comportamento che crea grave pregiudizio alla salute psico–fisica della stessa o limita la sua libertà.
In caso di flagranza (anche nei reati di maltrattamenti in famiglia e stalking – Decreto Legge 93/2013), oltre all’arresto obbligatorio, la polizia giudiziaria se autorizzata dal Pm e se ricorre la flagranza di gravi reati (tra cui lesioni gravi, minaccia aggravata e violenze) può applicare la misura “precautelare” dell’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. Quello che è avvenuto sabato pomeriggio.
Questa legge non prevede l’obbligo per la vittima di farsi assistere da un avvocato, ma essendo la legge di applicazione complicata e avendo l’autore della violenza il diritto ad una difesa è consigliabile munirsi sin dall’inizio di un’assistenza legale. A seconda della gravità del comportamento (e se vi è reato) la vittima può decidere se rivolgersi al Tribunale civile o penale per chiedere, in quest’ultimo caso, alla Procura di adottare un ordine di protezione. Le misure di protezione hanno una durata predeterminata dal giudice.
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