Malore al copilota, volo in ritardo
Copilota si sente male, il volo parte sei ore in ritardo. L’episodio giovedì sera. Il volo easyJet diretto a Berlino, avrebbe dovuto partire alle 18.45. Era arrivato da Budapest e si trovava già in pista, armato, pronto per il decollo. Copilota, comandante, staff, erano in postazione per prendere il volo. Una parte dei passeggeri aveva già preso l’autobus, un’altra parte, invece, era in fila: dopo aver fatto check-in e terminate le operazioni di imbarco, si trovava in attesa di montare sul pullman. «A un certo punto», racconta Giacomo Cosua, giornalista che stava volando nella capitale tedesca per partecipare alla Berlinale, «ci hanno bloccato, quando avevamo già un piede sull’autobus, dicendoci che il pilota stava male e che si era perciò verificato un problema che avrebbe causato dei ritardi alla nostra partenza».
Tutti tornati indietro, in sala d’attesa ad aspettare notizie. «Siamo rimasti così per ore», racconta, «prima sembrava che dovessimo partire sulle 20, in realtà avevamo già capito che il volo sarebbe decollato molto dopo, anche se non pensavamo così tante ore in ritardo». Il copilota, effettivamente, si era sentito male. Come avviene in questi casi, il comandante ha attivato tutte le procedure di sicurezza e ha dovuto attendere un altro copilota. Quest’ultimo però, non era, evidentemente, immediatamente disponibile. Per questo i passeggeri hanno dovuto attendere diverse ore prima di poter volare a Berlino.
La compagnia conferma che «i voli EZY4658 da Venezia a Berlino e EZY4657 da Berlino a Venezia della sera del 9 febbraio, sono stati ritardati a causa di un malore di un membro dell’equipaggio, di conseguenza impossibilitato ad operare questi voli». Prosegue la nota: «easyJet ha organizzato un sostituto per operare i voli e portare i propri passeggeri a destinazione. La compagnia ha tenuto i passeggeri informati e ha emesso voucher per il pasto». Chiude la nota: «EasyJet si scusa per l’inconveniente». «Ci hanno dato un voucher di 9 euro», spiega il passeggero, «che non basta neanche per una cena completa, e chi come me è arrivato a Berlino alle tre e mezza del mattino, non ha trovato neanche i taxi fuori perché era troppo tardi. Alla fine ho perso la mattinata di lavoro chiederò il rimborso».
Pendolare tra Venezia e Berlino anche l’ex assessore Beppe Caccia, che una volta nella capitale ha atteso un autobus non essendoci più taxi. «È stato un imprevisto, ma rispetto ad alcuni anni fa, oggi i regolamenti di sicurezza aerea sono ferrei anche se ci dovrebbe essere più informazione sui diritti dei passeggeri». (m.a.)
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