Maleducazione senza alcun freno a Venezia. “Guardians” insultati e minacciati

Un turista ripreso per i bivacchi in Piazza: mi perseguitate, vi denuncio. Un altro: «Ti spacco la faccia». Intanto i ciclisti imperversano lungo le calli. Si fanno pic-nic davanti a Ca’ Farsetti e la pipì nei canali

VENEZIA. La maleducazione imperversa in città, anche ieri invasa da turisti provenienti dai quattro angoli del pianeta. Verso le 14 era quasi impossibile superare il Ponte della Paglia: gruppi, famiglie, bimbi caricati sulle spalle, carrozzine, ombrellini, trolley. E nei pressi di Piazza San Marco non sono mancati i momenti di tensione. Al cortese «Buongiorno» rivolto in Piazza dei Leoncini da una giovane dei “Guardiani di San Marco" un turista alto e robusto ha risposto con un poco gentile "Go f... yourself". Accanto a lui una numerosa compagnia che, seduta sui gradini del Patriarcato, divorava panini. La “Guardian” Gaia Vianello, 21 anni di Marghera, universitaria, non si scompone e in inglese informa i turisti che è vietato sostare e bivaccare sui quei gradini e in tutta l'area marciana. «Lo dispone un'ordinanza comunale» dice rivolgendosi al gruppo «Ecco, questo è il testo: potete sedervi sulle panchine che trovate sotto il porticato di Palazzo Ducale, o quelle intorno al campanile di San Marco o quelle ai giardinetti reali». Il turista che arriva dalla Scozia alza subito la voce: «Mi state perseguitando. Sono di Glasgow. Per venire a Venezia ho fatto tanti chilometri e ho speso un mucchio di soldi e ora che sono qui mi cacciate». Gaia Vianello non molla, continua a dire allo scozzese che è vietato sostare su quei gradini. Mentre uno del gruppo la riprende in un video il turista grida: «La denuncio e denuncio questa città che emana regolamenti contro i diritti umani e contro la legge europea». Un episodio tutt’altro che isolato. Protagonisti di un altro diverbio un gruppo di turisti americani.

Ma il degrado dilagante, il mancato rispetto della città e dei suoi abitanti, le rive scambiate per tavole da pic-nic, la pipì in canale o in calle sono episodi quotidiani, ricorrenti. E fanno quasi sorridere i giovani turisti che in Campo Santa Margherita sono stati sorpresi ad amoreggiare su una panchina di fatto cacciando un uomo che vi si era seduto. Così come il popolo delle due ruote non se la sente di condannare i tre ciclisti in mountain bike fotografati vicino a Piazzale Roma o i giovani tedeschi in salizada San Stae che a cavalcioni delle loro mountain bike le spingevano con i piedi puntati a terra. Una veneziana li ha redarguiti, loro hanno bofonchiato e continuato.

Ma che dire, allora, dei pic-nic davanti a Ca’ Farsetti, la casa comunale, dove gruppi di turisti bivaccavano seduti sui gradini della riva del Canal Grande? I residenti sono stanchi e si lamentano di tanto degrado cittadino.

Certo, non tutti i turisti sono uguali. Caterina e Domenico Naimushina, di Pescara, suggeriscono di posizionare più avvisi e cestini per le immondizie e multare i maleducati. Un altro gruppo di turisti di Messina accompagnati da Nadia Pantano apprezza la presenza dei "San Marco Guardians". «Questi giovani fanno un buon servizio alla città» sottolinea la donna «sensibilizzano e invitano a riflettere sul problema della sicurezza. Il loro lavoro è prezioso e condivisibile in quanto l'affluenza è enorme. Però ci chiediamo anche perché in capitali europee quali Londra o Berlino ci si può sedere e sdraiare ovunque? Nei parchi, nelle piazze, a Piccadilly Circus, per esempio, e nelle vicine streets si riversano migliaia di persone e nessuno ti caccia via».

Interpress/M.Tagliapietra Venezia 22.08.2016.- Turismo, Bivacco, degrado, etc. Piazza San Marco. Nella foto Gaia Vianello (San Marco Guardian)
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 22.08.2016.- Turismo, Bivacco, degrado, etc. Piazza San Marco. Nella foto Gaia Vianello (San Marco Guardian)

I "Guardiani di San Marco" intervengono in continuazione. Sono giovani, volonterosi, tenaci, audaci. Ma probabilmente si stanno anche stancando. «Stare qui dalle 12 alle 17 e dalle 17 alle 20 è impegnativo ed estenuante. Spieghi a un turista il divieto, in un attimo un'intera compagnia si piazza sui gradini. Ripetiamo le stesse frasi e le reazioni sono sempre diverse». I turisti vengono redarguiti in italiano, inglese, spagnolo, francese, tedesco, russo, portoghese, cinese. «Molti capiscono e si alzano, altri si scocciano e reagiscono in malo modo» . Un esempio? «Alcuni giorni fa una ragazza posava in piedi sopra la statua del leone in marmo rosso» spiega Cristin Chiselita, 22 anni, laureato di recente in Economia e commercio e “Guardian” dallo scorso 12 luglio. «Mi sono avvicinato e le ho detto di scendere. Il suo ragazzo, che stava scattando la foto, mi ha urlato: se glielo ripeti ti spacco la faccia». Altre volte va meglio. «Ci dicono che siamo ridicoli» osserva Gaia Vianello «Ma io quando vedo persone anziane o bambini seduti non mi avvicino neppure, capiamo la loro condizione».

Un lavoro spossante, spesso inutile. «Bisognerebbe pensare anche a qualcosa di più efficace, ad esempio cartelli multilingue e più collaborazione con la polizia municipale» si ripete.

 

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