Mai al lavoro di domenica le commesse non mollano
DESE. Non si arrende lo “zoccolo duro” che continua a battersi contro il lavoro domenicale, a favore della famiglia. Questa sera alle 21 la trevigiana Tiziana D’Andrea, leader del Movimento “Domenica No Grazie Veneto”, ex commessa che ha scelto di dedicarsi ai suoi affetti per non essere schiacciata da quel sistema che cerca di cambiare, sarà a Dese, nella sala parrocchiale della comunità di via Altinia, accolta da don Enrico Torta, il parroco che dall’anno scorso appoggia chi cerca di far capire che c’è di più dello shopping non stop, giorno e sera, tutti i giorni della settimana.
Il movimento di Tiziana era partito proprio da Dese, sostenuto dal parroco. Questa sera la donna presenterà il suo libro di denuncia sul lavoro domenicale, alcuni video di Lele MiVago sul lavoro domenicale e la canzone “Domenica no grazie”, scritta e musicata da Beppe Calvi, in arte Zucca Veleno, l’inno delle commesse e di chi il giorno di Santo Stefano, Primo maggio e 25 aprile vuole stare con la famiglia o andare a fare una scampagnata piuttosto che lucidare i pavimenti dei centri commerciali.
E sarà soprattutto un momento al quale sono invitate tutte le commesse, i lavoratori, gli obbligati della domenica e del lavoro festivo, per fare il punto della situazione. In questi mesi i gruppi “domenica no grazie” delle varie regioni, che si sono uniti e coalizzati, sotto la regia di Tiziana D’Andrea e di altre donne, hanno scritto una lettera, consegnata a Papa Francesco, raccolto firme e sottoscrizioni per cambiare il decreto Salva Italia.
«Quello che vorrei passasse», spiega il parroco, don Enrico Torta, che da sempre difende i lavoratori e chi il posto l’ha perso, «è questo continuo impegno che un gruppo di persone di tutte le città porta avanti, per difendere il valore della vita familiare che viene sempre prima del consumo. Ecco dove sta la battaglia: dire a chi comanda “non potete portare via un pezzo di vita alla gente, non potete appropriarvi del diritto a dialogare con i figli”. Non si parla con le vetrine dei supermercati, le relazioni umane sono una ricchezza, la “cosificazione” della vita rovina il concetto di libertà umana, ecco il tema che si gioca, bisogna tutti rendersene conto. È giusto comperare e consumare, ma al primo posto ci sono i rapporti affettivi tra le persone, soprattutto all’interno della famiglia».
Appuntamento dunque questa sera, a partire dalle 21 nell sala parrocchiale.
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