Maggioranza verso l’addio Casson pronto al rimpasto
CHIOGGIA. Tempo di addii in casa della maggioranza. Il matrimonio Pd-Udc è ormai agli sgoccioli e la notizia della separazione potrebbe arrivare a momenti. Nessuno in realtà vuole sbilanciarci sulla situazione, ma il clima è sempre più teso e le mezze parole che trapelano sul famoso incontro chiarificatore, che non c’è ancora stato e che non si sa quando e se ci sarà, la dicono lunga.
Ieri il segretario del Pd, Christian Boscolo Papo, era in attesa di una telefonata del sindaco Giuseppe Casson per concordare giorno e ora, ma la sensazione è che la telefonata non arriverà. Più probabile invece incontri singoli, tra il sindaco e i suoi assessori, per comunicare vis a vis le intenzioni sul da farsi. Casson non anticipa nulla, ma non nega che il clima sia teso e che la pacificazione non sia così scontata. Da giorni persone molto vicine a Casson confermano che il sindaco sia rimasto profondamente segnato dallo strappo consumato nel Consiglio del 22 dicembre. Una frattura, che al contrario delle precedenti, ha subito provocato un irrigidimento delle parti. Secondo alcuni l’annuncio del divorzio potrebbe anche essere imminente. La rottura potrebbe avvenire con la revoca delle deleghe da parte di Casson agli assessori del Pd (Maurizio Salvagno, Narciso Girotto, Mauro Mantovan e Barbara Penzo, esterna ma indicata dal Pd dopo la defenestrazione di Silvia Vianello a fine giugno) e il varo di una nuova squadra di governo. Fosse così Casson nel primo Consiglio comunale darebbe comunicazione della fine del rapporto fiduciario con gli assessori democratici e dell’ingresso in giunta di nuove figure, verosimilmente tecniche.
A quel punto formalmente non è previsto un voto di fiducia, ma i consiglieri chiederanno che si apra un dibattito e che si verifichi se il sindaco ha ancora i numeri per rimanere al suo posto. E quindi indirettamente si arriverà comunque alla conta. Per continuare a governare Casson avrà bisogno di 12 consiglieri. Tolti i cinque in quota Udc e civica è chiaro che dovrà cercare l’appoggio in qualche voce fuori del coro del Pd, come Romina Tiozzo e Domenico Zanni che già nel consiglio del 22 dicembre si sono distinti, e giocoforza nelle opposizioni. Sel e Forza Italia avevano aperto nelle scorse settimane a questa possibilità. (e.b.a.)
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