Mafia del Brenta. Manca sui social: "Infame chi difende il carabiniere che ha ucciso il 15enne"

riviera. Fa discutere un post su Facebook di Giampaolo Manca, ex esponente di spicco della mafia del Brenta, che ora ha saldato il suo debito con la giustizia ed è noto come scrittore. Si schiera con la famiglia del ragazzino di Napoli ucciso da un carabiniere nei giorni scorsi mentre tentava di rapinarlo. Manca comprende la rabbia dei parenti. «Non si può» scrive sul suo profilo facebook «uccidere un ragazzo in questo modo, assolutamente no. Una persona mi ha risposto: ma sai guadagnano 1350 euro al mese. Ma si può giustificare una cosa del genere perchè rischiano la vita per 1350 euro al mese? Una cosa è certa: non puoi dare un compito così delicato a un ragazzo di 23 anni senza le dovute esperienze. Il carabiniere avrà avuto anche paura in quel momento, ma poi mi chiedo: con il primo colpo al petto non lo hai fermato? Dovevi sparargli alla nuca infame? Nuca significa che hai sparato al ragazzo da dietro la testa». . Manca da tempo ha cambiato vita e si dedica al volontariato e alla solidarietà. E non rinuncia a dire la sua nonostante le prevedibili polemiche. «Il ragazzo certamente aveva sbagliato, ma lo doveva uccidere così?» .
Un post che manda in fibrillazione Franco Maccari, vice presidente del sindacato di polizia Fsp. «Un delinquente, e non “ex”, visto che rimane il fatto che ha commesso reati anche gravissimi» dice Maccari «si permette di sentenziare su una tragedia come quella di Napoli, dove un povero carabiniere ha sparato per difendersi da un delinquente che, per quanto giovane, si presume avrebbe avuto una carriera brillante come quella del nostro, che all’età di 13 anni aveva già rubato una barca ad Onassis. In quel post sono più impressionanti di Manca i linguaggi e pensieri tribali di persone “forbite” che censurano o pongono dubbi sul comportamento del carabiniere senza conoscere la vicenda».— A.Ab .
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