Mafia del Brenta. "L’arrivo di Pandolfo in Riviera preoccupa tutta la comunità"

CAMPOLONGO. «Il ritorno di Antonio Pandolfo in Riviera del Brenta deve essere monitorato con molta attenzione. Si tratta di una persona determinata che alle parole ha sempre fatto seguire i fatti. Va impedito che possa consumare le vendette promesse». A dirlo è Oriana Boldrin storica esponente della cultura della legalità a Campolongo Maggiore e presidente dell’associazione Mondo di Carta dopo la notizia che “Marietto” l’ex braccio destro di Felice Maniero è tornato a vivere in un paese della Riviera del Brenta. Era stato in carcere 25 anni.
La Boldrin ha ideato il premio intitolato a Cristina Pavesi la giovane uccisa dalla mafia del Brenta dell’ex boss Maniero quasi 30 anni fa, nell’assalto al treno portavalori a Vigonza. Nei mesi scorsi un altro boss dell’ex mafia del Brenta Gilberto Sorgato, va detto, aveva compiuto un gesto di riconciliazione con la famiglia Pavesi chiedendo scusa in chiesa a Campolongo per la morte della ragazza.
Su Pandolfo la Boldrin si fa delle domande «C’è da chiedersi», dice, «come mai sia stata data la possibilità a Antonio Pandolfo di ritornare in Riviera del Brenta nonostante di fatto l’abbia giurata all’ex suo capo Maniero che ora tra l’altro è tornato in carcere. In un primo tempo ad ottobre quando è stato scarcerato sembrava non fosse possibile». Pandolfo era stato arrestato il 7 dicembre del 1994 a Prozzolo di Camponogara.
A farlo finire in carcere va detto era stato proprio l’ex boss Maniero il suo capo che era stato catturato, dopo la fuga da Padova di sei mesi prima, il 12 ottobre a Torino. Pandolfo era conosciuto per avere un alto grado di operatività e sangue freddo all’interno della banda: quando c’era da sparare non si tirava indietro. Una volta catturato alla fine dei processi era stato condannato a 30 anni di carcere e alla fine ne ha scontati 25. Ora che si trova a risedere nel territorio di un Comune della Riviera del Brenta, deve rispettare tutte le prescrizioni previste dalla legge nel suo caso, pena il ritorno in carcere. —
Alessandro Abbadir . © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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