Mafia, commissariata Italgas. Perquisizioni anche a Mestre
MESTRE. Commissariata la Italgas con sede legale a Torino. Il Tribunale di Palermo ha notificato alla società di distribuzione del gas del gruppo Snam, la misura preventiva di amministrazione giudiziaria in base alle leggi antimafia relative "a rapporti contrattuali con alcuni fornitori". "Il provvedimento prevede che le facoltà di amministrazione dei beni di Italgas vengano conferite all'organo amministrativo collegiale designato dal Tribunale". Snam assicura "la massima collaborazione con l'autorità giudiziaria".
Ieri gli investigatori del Gruppo investigativo sulla criminalità organizzata (Gico) della guardia di finanza, hanno eseguito una perquisizione negli uffici di Mestre di Italgas, in via Forte Marghera 141. All'organo designato dal Tribunale "sono stati attribuiti i pieni poteri per lo svolgimento di tutte le attività economiche e imprenditoriali per una durata di sei mesi, ai fini degli accertamenti e compiti affidati". Il decreto si collega, rende noto la guardia di Finanza, all'esecuzione di analoghi provvedimenti, emanati a maggio scorso dalla sezione misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo su richiesta della Dda, con cui e' stata disposta la sospensione dell'amministrazione della Gas Natural Distribuzione Italia Spa con sede ad Acquaviva delle Fonti (Ba), della Gas Natural Vendita Italia Spa e della Gas Natural Italia Spa, entrambe con sede a San Donato Milanese (Mi), operanti nel settore della vendita e distribuzione del gas metano sul territorio nazionale, nonché della Crm di Curatola Alfredo Snc, societa' di manutenzione con sede in Crotone. Nell'ambito della stessa indagine la Guardia di Finanza di Palermo, sotto il coordinamento della direzione distrettuale antimafia, aveva eseguito - circa un anno fa - il sequestro di un patrimonio di oltre 50 milioni di euro, nei confronti di un gruppo imprenditoriale di Palermo, che ha curato, fra gli anni '80 e '90, la metanizzazione di diverse aree del territorio siciliano. Il gruppo secondo l'accusa aveva ottenuto 72 concessioni per la metanizzazione della Sicilia e dell'Abruzzo grazie anche ad appoggi politici forniti dall'ex sindaco di Palermo condannato per mafia, Vito Ciancimino. Nel mirino degli investigatori, ricordano le fiamme gialle, le imprese, ritenute vicine alla criminalità organizzata che in sub appalto eseguivano i lavori di realizzazione della rete del gas.
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