Maestro o millantatore? Guerra su Youtube

Giovane veneziano di origini ecuadoregne al centro di un caso internazionale. Lui replica alle accuse

VENEZIA. Un musicista che millanta una carriera da direttore d’orchestra con esibizioni all’Arena di Verona e la Scala, come lo accusa un video su Youtube cliccatissimo in questi giorni dai venti-trentenni veneziani? O un pianista finito nel tritacarne di guerra politico-diplomatica contro il presidente ecuadoregno Rafael Correa, come si difende lui annunciando denunce?

Protagonista del gossip che sta facendo chiacchierare mezza città è un giovane molto noto: Josè Miguel Maschietto, 29 anni, origini ecuadoregne adottato da una coppia di veneziani quand’era piccolo, doppia cittadinanza, residente da qualche anno a Praga. Quest’estate era in lizza per diventare console onorario dell’Ecuador nella Repubblica Ceca e i giornali del paese sudamericano l’hanno messo in copertina raccontando la storia dell’«eroe della musica» da Esmeraldas a Venezia.

Un video su Youtube dal titolo inequivocabile, lo attacca duramente: «Falso direttore d'orchestra a La Scala ottiene appoggio dall'ambasciatore dell'Equador a Berlino e la Repubblica Ceca per continuare a promuovere le sue bugie». Intervista di apertura alla Mostra del cinema, dove ai microfoni Rai Maschietto si presenta come direttore d’orchestra che con la filarmonica di Praga ha inciso le musiche del film “Gravity” con Clooney-Bullok; l’ambasciatore Jorge Jurado che ne canta le lodi come ex direttore generale dell’Opera statale di Praga e poi del teatro nazionale di Praga, nel consegnargli il Premio europeo per l’arte. E la voce fuori campo che smantella tutte le collaborazioni e i titoli citati: nessuna direzione alla Scala o all’Umbria Jazz, né studi alla Royal Academy di Londra o al Santa Cecilia, nessuna traccia nei titoli di coda di “Gravity” e via andando. Nelle interviste, Maschietto non dice di aver diretto alla Scala o all’Arena, ma ci gira attorno, dicendo di avere diretto un’Aida a Verona per i 150 dell’Arena, che tutto è cominciato alla Scala, che ha direzioni con grandi teatri.

In due ore di telefonata via Skype, ieri, la sua replica, così sintetizzabile: «Sono da mesi vittima di un attacco denigratorio violento, che ha per obiettivo il governo del presidente Correa», si sfoga, «tutto è iniziato in primavera con una serie di contatti del tutto casuali con il consolato generale dell’Ecuador a Praga: ero alla ricerca delle mie origini, ho fatto due concerti (gratuiti) delle musiche che ho composto, in occasione di viste dell’ambasciatore a Berlino e di ministri dell’Ecuador. Mi è stata offerta la candidatura a console generale, che mi ha sorpreso molto. Ed è iniziata una campagna denigratoria via Twitter, Fb e Youtube da parte di quelli che inizialmente sembravano essere solo aspiranti candidati a quel titolo di console onorario e poi si sono rivelati parte di un circolo di estrema destra che attacca violentemente la politica del presidente democratico. Non ho fatto male a nessuno, non ho chiesto favori: per uscire da quest’incubo il 25 ottobre ho rinunciato alla candidatura». E la citazione come direttore della filarmonica o in altri teatri? «Purtroppo si è trattato di errate traduzioni dall’inglese allo spagnolo e di informazioni scritte dai giornali delle quali ho chiesto la rettifica», la risposta, «sono stato assistente all’Umbria Music Fest, ho parlato di collaborazioni con la Filarmonica di Praga. E comunque sono maestro: porterò la documentazione in sede di inchiesta contro questa campagna denigratoria». Intanto, in un comunicato ufficiale l’Ambasciata generale dell’Ecuador in Germania scrive senza mezzi termini che «non ha potuto essere comprovata la storia della vita del signor Josè Miguel Maschietto» e di essere stata «vittima di un inganno da parte del signor Maschietto», scusandosi. «Ero in viaggio tra la Puglia e la Polonia per la registrazione di un corto “Act” per quello non ho mandato il curriculum», la risposta via Skype. La chiacchiera continua.

Roberta De Rossi

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