Madre e figlio arrestati per estorsione
Caduti nella trappola dopo aver portato via 40 mila euro a un medico, la accusavano di aver procurato un aborto
Foto Agenzia Candussi/ Mion/ Carabinieri via Miranese Mestre/ Conferenza stampa: Arresto di due nomadi per estorsione
MIRANO. Madre e figlio catturati dai carabinieri dopo aver recuperato i soldi lasciati da un medico: l’accusavano di aver provocato un aborto strattonando una loro parente. Ma era una truffa iniziata ad aprile e poi finita in estorsione. Mancano all’appello dei carabinieri di Mestre altri tre personaggi, due uomini e una donna. Il gruppo appartiene ad un’unica famiglia di giostrai che risiede nel Bergamasco che sono riusciti ad estorcere alla professionista quarantamila euro.
«Mi hai fatto perdere il bimbo che aspettavo. Ora devi pagare». Pagare molto: decine di migliaia di euro che una donna con la complicità di altre persone aveva trovato modo di estorcere a un’altra donna, un medico. Ora madre e figlio sono stati arrestati per estorsione. Per un minorenne è scattata la denuncia. È il bilancio dell’operazione dei carabinieri di Mestre che ha portato in carcere due appartenenti una famiglia di giostrai che, da diversi mesi, estorceva soldi a un medico condotto del Miranese.
Dietro le sbarre sono finiti: Natascia Pesce, 39 anni e Sean Marley Guarda, 18 anni. Ufficialmente residenti in un campo nomadi in provincia di Bergamo. Invece è stato denunciato un 17enne, residente pure lui nel Bergamasco. All’appello mancano altri tre giostrai: una donna e due uomini. Complessivamente le hanno estorto 40mila euro. L’arresto è avvenuto martedì pomeriggio dopo che i tre avevano preso i soldi lasciati dal medico, dopo le ultime minacce di morte. Il gruppo di nomadi la minacciava accusandola di aver fatto perdere il bambino che, la nomade, non ancora identificata, diceva di attendere.
Tutto inizia ad aprile quando una tale Tatiana si presenta nello studio del medico. Le chiede dei soldi perché ha difficoltà economiche e non sa come mantenere la famiglia, La dottoressa le consegna un centinaio di euro. La cosa si ripete altre volte con insistenza. Tatiana si presenta anche dalla dottoressa e le chiede di essere messa tra i suoi pazienti. Il medico dice no. Ne nasce una discussione dai toni accesi. Alla fine la dottoressa accompagna all’esterno la donna, prendendola per un braccio. Tutto sembra finire lì. In verità, inizia la parte peggiore della vicenda. Sul telefonino del medico cominciano ad arrivare minacce da parte della donna che sostiene di aver perso il bambino che aveva in grembo per colpa di quella litigata. La donna vuole soldi. Una settimana dopo arriva pure la mail di un sedicente avvocato fiorentino che chiede soldi, il medico inizia a pagare lascia soldi a Ponte di Brenta, a Busa di Vigonza e a Santa Maria di Sala. La situazione diventa insostenibile. Dopo l’ultima richiesta e la minaccia di morte se non avesse pagato, la donna va dai carabinieri. Deve consegnare duemila euro a Busa, i carabinieri organizzano la trappola, Il medico lascia i soldi e se ne va. Da una Clio scende una donna e recupera il denaro. Quando li ha in mano e sale in auto, i carabinieri intervengono e arrestano madre e figlio e denunciano l’altro figlio minorenne.
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