Madonna dell’Angelo in duecentomila per il corteo a Caorle

La processione è proseguita via terra per il mare mosso Il Patriarca Moraglia ha celebrato la solenne rievocazione
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - CAORLE - PROCESSIONE DELLA MADONNA DELL'ANGELO CON IL PATRIARCA MORGLIA. LA GENTE IN ATTESA LUNGO IL CANALE E NEL LUNGOMARE DELLE SCULTURE. iL RITORNO AL PORTO CAUSA MARE MOSSO. LA PROCESSIONE LIUNGO IL PAESE.
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - CAORLE - PROCESSIONE DELLA MADONNA DELL'ANGELO CON IL PATRIARCA MORGLIA. LA GENTE IN ATTESA LUNGO IL CANALE E NEL LUNGOMARE DELLE SCULTURE. iL RITORNO AL PORTO CAUSA MARE MOSSO. LA PROCESSIONE LIUNGO IL PAESE.

CAORLE. Sono giunti a migliaia anche dall’estero per non perdere quello che, non solamente per il turismo religioso, è uno degli eventi più attesi e seguiti: la quinquennale festa della Madonna dell’Angelo che ieri ha riempito le strade, le piazze e le spiagge di Caorle, nonostante il tempo incerto, ha segnato forse uno degli ultimi giorni della stagione estiva con un totale che è stato calcolato in oltre duecentomila presenze.

Ieri mattina a presiedere la santa Messa di apertura delle celebrazione è stato il Patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia sull’altare allestito a festa proprio a ridosso del mare, sopra la fontana di Lungomare Petronia. Di fronte a lui una piazza gremita di fedeli e semplici curiosi si è riunita per ammirare il primo spettacolare scenario della giornata dove la statua della Madonnina ha padroneggiato dalla prua della Caorlona per tutta la funzione sfilando alla fine tra i presenti nel primo corteo della giornata.

Ogni cinque anni, infatti, la cittadina balneare celebra questa importante tradizione religiosa la cui origine è legata sia a fatti storici sia a fatti leggendari, ricordati nelle parole della canzone dedicata alla Vergine: Madonnina del Mare. Ancora oggi, all’interno del santuario, padroneggia tra tutto la grande pietra sopra la quale, secondo la leggenda, alcuni pescatori, nella notte dei tempi, trovarono la sacra statua galleggiare illuminata in mezzo al mare.

Dopo averla riportata a terra, a pochi passi dal Santuario dell’Angelo, solamente un gruppo di bambini riuscì a issarla e trasportarla sulle loro braccia con la sola forza della purezza e dell’innocenza. Inizialmente disposta nel duomo di S. Stefano, il giorno seguente la statua fu miracolosamente ritrovata nel santuario che da allora prese il nome di Santuario della Madonna dell’Angelo.

Il corteo acqueo che vede la statua della Vergine Maria attraversare tutto il tratto di mare antistante la località sulla Caorlona, storica barca a remi dove viene imbarcata dal Porto Peschereccio, e giungere sino alla riva della “sacheta”, a pochi passi dal suo Santuario, vuole rievocare proprio quell’antica leggenda, anche se ieri il mare mosso ha impedito questa tradizione e la processione, per motivi di sicurezza, è proseguita a piedi fino al santuario. Le origini storiche della processione, invece, risalgono al 1874, quando l’immagine della Vergine fu incoronata dal Patriarca di Venezia, Giuseppe Trevisanato.

Da allora ogni venticinque anni questa solennità si ripeteva durante la seconda settimana di settembre. Nel 1944, per augurare la fine della seconda guerra mondiale, i cittadini di Caorle portarono la statua della Madonna in processione per le vie del centro e sino alle frazioni vicine proclamando il voto di onorare la Madonna invocando la sua protezione, e nel 1949, dopo la fine dei restauri al Santuario, si tornò a rievocare la prima processione per mare dei tempi moderni ripetutasi nel ’54 e nel ’58 per volere dell’allora patriarca di Venezia, Angelo Roncalli, che fu poi Papa Giovanni XXIII, in occasione dell'anno mariano e del centenario delle apparizioni di Lourdes.

Fu poi sotto il patriarcato di monsignor Urbani che si decise che la celebrazione diventasse quinquennale.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia