Madonna della Salute, il patriarca: «Giovani penalizzati da una società pensata solo per adulti»
VENEZIA. Il pellegrinaggio, il Patriarca Albino Luciani, i giovani, i bambini. Nel giorno della Salute, ricorrenza di fede religiosa e di tradizione civica tra le più sentite dalla gente, il Patriarca Francesco Moraglia alla presenza delle autorità cittadine – per il Comune c’era la vicesindaco Luciana Colle – ha fatto riflettere i presenti partendo dal tradizionale pellegrinaggio compiuto per fede da quattro secoli da uomini, donne, giovani, anziani. «È un flusso incessante. Ogni anno riviviamo la promessa fatta in quel lontano 1630 dal governo della Serenissima, chiedendo la liberazione dal flagello della peste. Ognuno da allora porta le sue richieste, i drammi personali e familiari, le sue ferite. Tutto giunge qui ai piedi della Madonna, la madre comune. Il pellegrinaggio fa parte del Dna della città».
Nei passi salienti dell’omelia il presule ha ricordato l’amato Patriarca Albino Luciani di recente dichiarato “venerabile”, ossia «riconosciuto come chi ha esercitato in modo eroico le virtù cristiane».
«Si tratta di un pronunciamento ufficiale della Chiesa voluto da Papa Francesco» ha sottolineato il Patriarca «È un privilegio averlo avuto come vescovo in un periodo non facile della nostra storia recente», ha sottolineato il presule citando poi il prossimo Sinodo sui giovani dal titolo “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”.
E qui lanciando forti moniti ha dato la sveglia e impressionato tutti, clero compreso, esponendo dubbi e sollecitando cammini coraggiosi per educare e trasfigurare il mondo dei giovani. Le sue esortazioni sono state chiare: «La nostra società si presenta come pensata e progettata dagli adulti e per gli adulti; una società che non solo non incoraggia i giovani ma, talvolta, li penalizza in modo inaccettabile. Sì, la nostra società posticipa e ritarda tutto. . . non solo la data della pensione». Ancora: «Bisogna scommettere di più su di loro, investire sul loro futuro che, poi, è il nostro. Ci vuole più coraggio, più libertà interiore, più distacco da se stessi, più sensibilità verso il bene comune al di là della propria persona».
Tra le alte volte dell’architettura barocca del tempio votivo un Patriarca preoccupato ha parlato di “salute” , quella dei giovani e di «come incontrarli, farli sentire soggetti attivi e responsabili, aiutarli ad entrare nella vita e nel mondo del lavoro senza estenuanti anticamere».
«Oggi, più che mai, bisogna parlare sia all’intelligenza sia al cuore dei giovani, chiamandoli in causa e facendo leva sulla loro generosità e capacità di donarsi spezzando ogni tipo d’individualismo», ha affermato.
Infine il Patriarca ha ragionato sui diritti, proposta culturale e politica: «Siamo chiamati a rispettare tutti gli uomini».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia