Macchia di idrocarburi nel canale della Giudecca: puzza e proteste

Residenti infuriati per quello che pare essere lo sversamento di una nave. Sul posto sono intervenuti la Guardia costiera, Guardie ai fuochi e Arpav. Bettin: "Stop alle attività a rischio"

VENEZIA. Una vasta chiazza di idrocarburi, probabilmente dovuta ad uno sversamento da una nave, è stata avvistata ieri sera nel Canale della Giudecca a Venezia, nei pressi del vecchio molo della Marittima. A segnalare l'inquinamento è stato l'equipaggio di un mezzo dell'Actv, l'azienda pubblica di trasporti.

La macchia, inizialmente lunga circa un'ottantina di metri, si è presto estesa sotto riva, allungandosi per alcune centinaia di metri. Sul posto sono intervenuti mezzi della Capitaneria di Porto, delle Guardie ai fuochi di Venezia e tecnici dell'agenzia regionale ambientale Arpav, che hanno effettuato campionamenti nell'acqua della laguna per accertare la portata del fenomeno e le conseguenze per l'ambiente.

Al momento l'effetto più evidente è un forte odore da idrocarburi percepibile soprattutto nella zona della Giudecca, segnalato anche da alcuni residenti. La Guardia Costiera, che ha avvisato del fatto l'autorità giudiziaria, sta svolgendo accertamenti per cercare di individuare i responsabili dello sversamento.

Bettin: "Stop alle attività a rischio". La chiazza di idrocarburi che si è formata nel canale della Giudecca «e causata con ogni probabilità da un accidentale - speriamo non doloso, cioè criminale - rilascio da parte di una nave, che l'intervento efficacie della Capitaneria di porto e delle Guardie ai fuochi è riuscito infine a ripulire, ripropone il tema della compatibilità tra alcune attività e la tutela della città storica e del suo ambiente, questione che non riguarda soltanto le grandi navi». Lo dice l'assessore veneziano all'ambiente Gianfranco Bettin. «Se lo sversamento di ieri fosse avvenuto in un momento di acqua alta, la marea avrebbe rischiato di far penetrare gli idrocarburi perfino a san Marco e negli altri luoghi storici - accusa -. È dunque in discussione la compatibilità stessa di talune attività che implicano anche rischi di questo tipo, comunque gravi, non solo del transito delle grandi navi. È necessario perciò - aggiunge - sciogliere al più presto i nodi relativi alla realizzazione sia del nuovo porto off-shore sia della possibile nuova stazione marittima a Porto Marghera, verificandone la fattibilità, lasciando nella Marittima attuale solo ciò che è compatibile con il rispetto dovuto alla città storica e al suo ambiente». «Nel frattempo, ovviamente, vanno fatte rispettare fino in fondo le regole vigenti - conclude Bettin - e vanno perseguite le responsabilità di chi ha causato l'incidente, che deve essere chiamato a ripagare».

Comitato No Grandi Navi: "Episodio che deve far riflettere". Lo sversamento di idrocaburi ieri sera in Canale della Giudecca, «probabilmente a opera di una nave militare o di un traghetto attraccati in Marittima, dimostra ancora una volta l'incompatibilità di un certo tipo di traffico navale non solo con il cuore storico della città ma anche con la laguna stessa». Lo sostiene Silvio Testa, portavoce del comitato No Grandi Navi. «L'intervento della Capitaneria di Porto e delle Guardie a fuochi - sottolinea - ha consentito di contenere la chiazza di carburante e poi di assorbirla, ma ciò non toglie che il fatto deve far riflettere tutte le Autorità». «Il Comitato - ricorda - ha sempre sostenuto che nel novero dei possibili incidenti connessi al passaggio delle navi c'è anche lo sversamento di carburante e ieri sera, in condizioni di marea diverse, la chiazza olesosa sarebbe potuta arrivare nel pieno del Bacino di San Marco, ma lo sversamento, si spera non doloso, non avrebbe avuto minor peso se fosse avvenuto in qualche altro luogo all'interno della laguna, magari nel Canale dei Petroli dove l'Autorità Portuale o il sindaco vorrebbero trasferire in tutto o in parte il traffico crocieristico»
 

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