M9, l’ex convento apre alla città spazio visitabile con l’Art Night
Il futuro Museo del Novecento (M9) alza un’altra delle sue quinte, e aprirà ai visitatori la corte e l’ex convento che saranno il cuore commerciale della nuova area, a fianco dell’edificio, in costruzione, che ospiterà il museo vero e proprio. Ma, in vista della consegna dei lavori dell’ex convento, restano aperti gli interrogativi su come sarà organizzato il distretto commerciale, e quali negozi andrà ad ospitare. Non è una questione secondaria, perché in ballo ci sono due nodi cruciali: da un lato la riqualificazione di uno spazio importante nel cuore della città, dall’altro l’equilibrio economico del museo il cui bilancio, almeno in parte, dovrebbe reggersi sugli affitti incassati dai negozi.
La corte aperta alla città. L’occasione arriverà sabato 17 giugno, in occasione della settima edizione di Art Night che oltre alle iniziative del centro storico vedrà a Mestre l’apertura - con iniziative che saranno presentate a breve - dello spazio corte dell’ex convento di via Poerio adiacente alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, un edificio più noto ai mestrini come l’ex distretto militare. L’ex complesso religioso fu convertito in caserma con le leggi napoleoniche del 1806 e poi in distretto militare. Ora, nella sua nuova vita, si prepara a diventare - nelle intenzioni della Fondazione di Venezia - un distretto commerciale di alta qualità. Tra poche settimane sarà possibile prendere visione del restauro. I tre piani del convento che ospiteranno l'area retail sono collegati anche da scale mobili sul lato ovest del cortile. I lavori saranno conclusi entro la fine dell’estate, ma l’area non aprirà subito alla città, in attesa di occupare gli spazi.
Corte, aspettando i negozi. Anche perché non è ancora chiaro che tipo e quali negozi saranno ospitati nei 4.500 metri quadrati dell’ex convento. Il progetto, fino a poche settimane fa, era gestito dallo staff dell’architetto Paolo Lucchetta - è sua la firma sulla galleria Rizzoli di Milano e altri progetti innovativi - che è stato però rimosso dall’incarico nei giorni scorsi, per volontà di Polymnia (presidente Giampaolo Fortunati), la società della Fondazione di Venezia che sta costruendo il museo. I due protagonisti, per ora, preferiscono il silenzio, ma alla base della separazione ci sarebbero alcune divergenze sull’utilizzo di alcune spazi che Lucchetta - come aveva spiegato in varie occasione, compresa l’iniziativa M9 Transforming the City, Biennale del 2014 - avrebbe avuto intenzione di dedicare al lavoro condiviso e ai maker, i giovani artigiani dell’innovazione. All’architetto era stato affidato il compito di realizzare il progetto del retail - fanno sapere dalla società Polymnia - ma con la commercializzazione ora possiamo procedere anche noi, attraverso il nostro comitato scientifico. Segno questo che non sarebbero ancora stati individuati partner interessati a investire nell’ex convento.
Le domande aperte. Anche se da tempo si parla di contatti, sono molte le domande che restano sospese: quali negozi ci saranno? Quali e che tipo di marchi? Ci sarà spazio per gli artigiani? E che tipo di ristorazione sarà ben accetta? Senza contare che Polymnia, a pochi mesi dalla consegna del cantiere dell’ex distretto, non avrebbe ancora deciso se procedere con accordi negozio per negozio o affidando, in seguito al pagamento di un canone, l’intero spazio a un soggetto che avrebbe poi il compito di riempire gli spazi, seguendo comunque le linee guida stabilite da Polymina. Sarebbe questo il modello del mercato di San Lorenzo, a Firenze, dove il vecchio mercato è stato recuperato e - in questo caso - dedicato agli artigiani del gusto (ristoranti e botteghe alimentari) con un modello che molti visitatori accostano al più noto e diffuso Eataly.
Cantiere M9. Procedono intanto i cantieri del museo tra via Poerio e via Brenta Vecchia: la chiusura dei lavori è attesa per la fine del 2018, e a seguire l’inaugurazione degli spazi per l’esposizione.
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