M9, la gestione resta in sospeso «Prima completiamo l’opera»
La gestione del Museo del Novecento (M9) di Mestre? Prima si finiscono i lavori e poi ci si pensa. E’ questa la posizione del presidente della Fondazione di Venezia, Giampietro Brunello secondo il quale, dal punto di vista delle risorse, la Fondazione non potrà «essere asservita a M9». Il timore è che tutte le risorse della Fondazione vengano in futuro risucchiate dalla gestione del museo.
Presidente Brunello, pochi giorni fa è stata svelata la facciata su via Poerio dell’ex convento, ma a che punto siamo con i cantieri?
«I lavori all’interno dell’ex convento proseguiranno con la stesura degli intonaci al primo piano, la posa degli impianti al secondo, e l’installazione di due grandi lucernai, che daranno avvio al completamento del tetto. Proseguono i lavori anche nell’edificio del museo. La struttura ha ormai raggiunto il secondo piano che insieme al primo ospiterà le aree espositive permanenti dedicate al XX secolo. L’obiettivo è inaugurare e aprire il museo entro la seconda metà del 2018».
Che cosa vedremo dentro l'M9?
«Ci saranno tre spazi funzionali: al pianoterra la sezione dedicata alla comprensione del Presente attraverso un auditorium con 180 posti, una mediateca con 20 postazioni e tre aule didattiche per dialogare sull’oggi. Primo e secondo piano ospiteranno il Passato con esposizione permanete dedicata alle grandi trasformazioni sociali, culturali, economiche. L’ultimo piano al Domani, con mostre temporanee e tematiche».
Come procede il confronto con l'impresa costruttrice per ciò che riguarda la richiesta di riserve per 6 milioni di euro?
«Da oltre un mese con Maltauro è stata raggiunta un’ipotesi di accordo che per essere formalizzata necessita la definizione con l'impresa di un crono-programma che definisca tempi certi, rispettabili e verificabili mese dopo mese, per il completamento dei lavori e la liberazione del cantiere in tempo utile per poter inaugurare il museo e avere la fruibilità di tutta l'area entro la seconda metà del 2018. Prioritario è completare i lavori nel rispetto dei tempi già fissati, ma anche dei costi stabiliti nel contratto di appalto».
Da chi sarà gestito M9, e con quali compiti?
«A oggi è importante completare l’opera: è del tutto inutile, al momento, pensare a come andrà divisa la veste, se prima non la si è confezionata. Fino al completamento dei lavori, Polymnia, società strumentale di Fondazione di Venezia, sarà la stazione appaltante e Fondazione M9 dovrà continuare a lavorare sui contenuti del futuro Museo e, quindi, anche sull’individuazione dei contenuti degli allestimenti necessari per renderlo operativo».
Ma quale sarà nel dettaglio il ruolo della Fondazione M9?
«Vale quanto ho detto prima: la decisione sarà presa nel momento in cui si avranno tutti gli elementi che permetteranno di individuare la migliore soluzione per questa iniziativa».
M9 è un progetto sul quale la Fondazione di Venezia ha investito molto, in termini di risorse e di impegno: che ruolo potrà avere M9 per Mestre?
«Il patrimonio della Fondazione di Venezia è un patrimonio a disposizione della nostra collettività e che deve essere investito nell'interesse del territorio. In questo contesto, Fondazione di Venezia non può essere asservita a M9. Per cui a M9 saranno garantite le risorse necessarie per la realizzazione, facendo molta attenzione a far sì che quanto viene speso dia i migliori risultati, contenendo e razionalizzando tutti i costi non direttamente funzionali. Più di un museo e di un centro espositivo, M9 è un’istituzione culturale di nuova concezione in cui rappresentare, studiare e riflettere sulla modernità e sulla contemporaneità. Sarà un centro in cui qualità architettonica, servizi innovativi, elementi delle smart cities e nuovi spazi collettivi coroneranno un’istituzione culturale di respiro internazionale. Per la città di Mestre sarà uno spazio in cui i mestrini potranno vivere anche la loro storia e sentirsi parte attiva della spinta culturale che il museo porterà nel tessuto urbano e sociale, stimolando l’economia della città».
Lei è da pochi mesi alla guida della Fondazione di Venezia: quale sarà il ruolo della Fondazione nel prossimo triennio?
«Proprio perché la Fondazione di Venezia va oltre M9, nel nuovo piano triennale 2017 – 2019 saranno definiti importanti progetti mirati a investire, in sinergia con le Università e altre Istituzioni del nostro territorio, nella cultura, ma anche nella promozione dello sviluppo economico e sociale e nella formazione di capitale umano».
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