M9, domani l’assemblea decisiva Solidarietà a Danieli: «Resti»

Le nuove nomine di Polymnia, la società che cura il grande cantiere del museo in centro città Il Pd: «La Fondazione rassicuri la città». L’Assoarma: «Senza l’architetto ci saranno ritardi e intoppi»
Di Mitia Chiarin

Il “terremoto” vedrà l’atto finale, quello della verità, mercoledì 30 marzo alla assemblea della Polymnia, la società strumentale della Fondazione di Venezia che si occupa della creazione del nuovo museo M9.

L’assemblea deve confermare le nuove nomine dopo il cda della Fondazione Venezia di alcuni giorni fa. Per la società sono previste grosse novità e da giorni non si parla d’altro: della prossima estromissione dell’attuale amministratore delegato, l’architetto Plinio Danieli. Se del progetto M9, l’ex presidente della Fondazione di Venezia, Giuliano Segre è stato il padre, Danieli ne è stato il vero tutore, colui che ha reso possibile il progetto acquisendo gli spazi e seguendo il progetto da 12 anni a questa parte: fu lui ad acquisire l’ex distretto di via Poerio dall’imprenditore Rodella; l’ex caserma dei carabinieri di via Pascoli dalla Provincia, gli annessi uffici dalla Regione.

In questi giorni tanti chiedono ai vertici di Polymnia di fare chiarezza e che Danieli resti al suo posto o che almeno continui a seguire il cantiere, magari come responsabile di procedimento del progetto.

Telefonate, messaggi e lettere arrivano anche da associazioni, partiti e privati cittadini che scrivono in Fondazione e ai giornali per esprimere solidarietà e stima a Danieli. «Grazie alla solerzia e all’efficienza dell’architetto Plinio Danieli, che ha sempre fatto il possibile per trovare soluzioni soddisfacenti per l’amministrazione e i cittadini, si sta avvicinando il momento», scrivono al nostro giornale due cittadini, Paola Comacchio e Gianni Dal Maso, «in cui l’avvio del M9 può rappresentare un’autentica svolta per questa città». Per loro l’allontanamento di Danieli «è un segnale negativo sui tempi e il successo di tutta l’iniziativa».

Chiede chiarezza il Partito democratico di Venezia, con la segretaria comunale Maria Teresa Menotto. «Chiediamo a Fondazione Venezia di rassicurare la città rispetto al mantenimento delle caratteristiche qualitative progettuali di M9, opera così attesa e strategica per l’avvenire di Mestre. Riteniamo infatti tale progetto fondamentale sia per l’alto valore culturale, sia per la funzione di riqualificazione urbana del centro di Mestre. Un’opera che crediamo strategica per il futuro della città», ricorda l’esponente Pd ricordando che M9 è parte integrante del progetto del “chilometro della Cultura” (con Candiani, Toniolo e villa Erizzo) promosso dalle giunte di centrosinistra è fortemente voluto dal partito. Scrive anche Furio Zuliani, presidente di AssoArma Mestre, l’associazione dei gruppi d’arma che occupavano l’ex distretto di via Poerio e che lo hanno lasciato al progetto M9, dopo un lungo confronto con Danieli. «Non è stato facile accettare una simile situazione da parte di alpini, marinai, carabinieri, artiglieri, fanti nonché cavalleria che aveva approntato addirittura un ricco museo storico dell’Associazione visitato da numerose scolaresche. Però il senso civico che ci anima, il pensiero che la futura destinazione fosse un bene per tutta la città e la professionalità, la passione e la disponibilità dell’architetto Danieli ci ha convinto ad accettare la situazione venutasi a creare», ricorda.

Per Zuliani, lasciare M9 senza Danieli è una scelta «incomprensibile» che porterà, dice, «sicuramente a ritardi, intoppi, incomprensioni e chissà cosa altro nell’esecuzione di quest’opera sicuramente importante e qualificante per la nostra Mestre. Rivolgo quindi un appello a chi di dovere: a riflettere per bene prima di prendere una decisione così importante che potrebbe ripercuotersi negativamente sul futuro della nostra città». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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