Lutto cittadino per Nicolò tutto il paese è sotto choc
Lo ha deciso il sindaco dopo la morte del bimbo di 4 anni travolto dall’armadio
MARCON. Il paese si è svegliata ieri incredula, sotto choc per le conseguenze drammatiche che hanno colpito la famiglia Tassan lunedì sera, nel giorno del compleanno della mamma. Il piccolo Nicolò, appena 4 anni, non c’è più, travolto da un armadietto della cameretta, e ieri le locandine delle edicole non scrivevano d’altro e in centro era l’argomento principale. Quanto successo in un appartamento di Piave potrebbe capitare a tutti ed è proprio questo che sconvolge di più la gente. Il sindaco Matteo Romanello ha proclamato il lutto cittadino sino al giorno del funerale ed è certo che l’intera comunità starà vicina ai genitori e al fratello di Nicolò.
«L’episodio ci lascia sbigottiti», commenta il sindaco, «e ci fa male al cuore. Sono genitore da pochi mesi ma le parole possono essere troppe e tutti noi, me compreso, siamo molto vicini ai Tassan per un fatto tragico e inaspettato». Romanello ha fatto sapere di non voler far visita alla famiglia, almeno al momento e per una questione di rispetto. «Il dolore è troppo grande», spiega, «e mi sono messo nei loro panni: non credo sia il caso».
Ma il Comune, come ribadito dallo stesso sindaco, è e resterà al fianco della famiglia per qualsiasi cosa. Anche il suo predecessore, Andrea Follini e attuale consigliere, si dice scosso per quanto avvenuto ed è convinto che tutti i marconesi sapranno rispettare il lutto. «La comunità», aggiunge, «saprà stringersi attorno ai Tassan per far sentire loro l’affetto e la vicinanza». Per le strade la voglia di parlare è poca ed è comprensibile. Non ci si vuole credere e, quel che lascia attoniti, è il modo in cui è successo. «Non ci sono parole», rivela una donna che ha il figlio piccolo e che quasi fatica riesce a trattenere le lacrime. Un nonno, intento a portare il nipotino a fare un giro in bicicletta, chiede dove si è consumato il dramma. E, indicando con lo sguardo il condominio di via Piave, gli tornano in mente quei bambini intenti a rincorrersi e giocare in giardino. Li notava tutti i giorni. Chissà quante volte avrà visto quel bimbo, che non ricorda di viso ma se lo può ben immaginare. «Ci sono le mamme a darsi il cambio», racconta, «mentre i bimbi sono fuori a divertirsi, specie il pomeriggio, fuori dall’orario scolastico. Sono famiglie arrivate qui da non più di dieci anni, sono coppie giovani, brave e tranquille persone: vai te a pensare capiti tutto questo in un attimo. Una tragedia inaspettata, purtroppo può succedere a chiunque». E per chi è genitore, e poi nonno, non si può descrivere il dolore. «Come si fa» chiede l’uomo «a essere insensibili? Stiamo parlando di un bambino, è successo in casa, in teoria il posto più sicuro. L’altra sera avevo visto l’ambulanza, avevo sentito la sirena ma non pensavo a una tragedia di queste proporzioni». Invece è avvenuto quello che non ti aspetti, in una serata che doveva essere di festa, di allegria, di voglia di stare assieme, finita prima all’ospedale e poi la notizia del decesso. Il tutto nonostante i tentativi dei medici, tra cui una vicina, chirurgo all’ospedale di Mestre: tutto inutile. Per la sepoltura si dovranno aspettare tutti gli accertamenti ma è facile pensare come ci voglia ancora qualche giorno prima di avere la data precisa per l’ultimo saluto.
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