Lutto a Spinea. Nicolò muore a 32 anni per un tumore

Niccolò Buso era un ex promessa di calcio. Lavorava come commesso da Scarpe & Scarpe alla Nave de Vero. Il padre: «Ti conquistava con uno sguardo». Venerdì i funerali
Massimo Tonizzo
Nicolò Buso allo stadio Penzo il 27 novembre con la maglia donatagli da Okereke
Nicolò Buso allo stadio Penzo il 27 novembre con la maglia donatagli da Okereke

SPINEA. La gioia della maglia da parte dei suoi idoli del Venezia, poi l’invito di mister Zanetti ad assistere ad un allenamento che purtroppo non si potrà più concretizzare. Si è spento nella serata di domenica, dopo una lunga malattia, Nicolò Buso, trentaduenne di Spinea, ex promessa del calcio locale.

Da tre anni Nicolò soffriva per delle gravi forme tumorali che avevano prima colpito gli arti e poi erano arrivate ad intaccare anche i polmoni.

In questo calvario, Nicolò non aveva mai perso la voglia di vivere, sorridere, combattere, supportato dall’amore della sua famiglia con cui si era da poco nuovamente trasferito a Spinea, città dove era nato e dove aveva ritrovato gli amici di un tempo.

Grande appassionato di calcio, aveva anche giocato per molti anni nelle squadre dilettantistiche locali, seguendo le orme del padre Maurizio, vigile del fuoco in pensione e per oltre quarant’anni stimato tecnico delle squadre giovanili della Riviera.

Era un tifoso dell’Inter e del Venezia non si era voluto perdere, nonostante la salute ormai cagionevole, il ritorno alla sfida in serie A tra le sue due squadre del cuore, gara che si era conclusa con una doppia soddisfazione: la maglia regalata da Okereke a fine partita e l’invito da parte del mister lagunare Zanetti ad assistere a uno dei loro allenamenti.

«Era un ragazzo che si faceva voler bene da tutti», ricorda il padre, «Anche solo con uno sguardo, ti conquistava. Sapeva benissimo la sua situazione di salute, ma non ne faceva un peso con nessuno. Anzi, quando incontrava qualcuno che magari non vedeva da tanto tempo, era lui il primo a chiedere all’altro come stava, spesso spiazzando chi aveva di fronte».

Dal 2014 e fino a quando la salute glielo aveva permesso, Nicolò aveva lavorato come commesso al negozio Scarpe & Scarpe alla Nave de Vero e anche qui il ricordo unanime è solo positivo.

«Un grande lavoratore, una grande persona. Sempre disposto ad aiutare i colleghi, a dare una mano in tutto senza lamentarsi. Aveva rapporti ottimi con tutti e pensiamo sia una grave perdita non solo per noi», dicono.

Amante dei viaggi, animatore con i ragazzi sulla scia dell’incarico sportivo del padre, Nicolò sintetizzava il suo credo di vita, rimasto lo stesso fino all’ultimo, con poche parole: «Le mie esperienze mi hanno permesso di instaurare un buon rapporto con il prossimo che mi permette di collaborare senza problemi con tutti».

Nicolò Buso lascia i genitori e un fratello. I funerali venerdì alle 11 nella chiesa di Santa Bertilla. Per volere della famiglia verranno raccolte offerte da devolvere allo Iov, l’Istituto oncologico Veneto, e all’Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna che hanno avuto in cura Nicolò nei momenti più difficili.

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