Lusenzo, centro intermodale alla Biennale Architettura

Chioggia. Il progetto firmato da tre professionisti prevede la riqualificazione del canale con la realizzazione di una struttura per la canoa e il kajak che vada oltre la funzione sportiva

CHIOGGIA. Un centro intermodale sulla laguna del Lusenzo in vetrina alla Biennale di Venezia come esempio di rigenerazione urbana. Il progetto, firmato da Anna Boscolo, Petra Scorzato e Daniel Tiozzo dello studio Naos Architettura, propone la riqualificazione del Lusenzo con la realizzazione di un nuovo centro canoa kajak, che vada oltre la funzione sportiva diventando uno spazio collettivo con solarium, bar, piscina, ristorante con terrazza-giardino, centro visitatori e infopoint. L’idea convince ed è stata scelta per la 16sima Biennale Architettura di Venezia in corso dal 26 maggio, curata da Yvonne Farrell e Shelley McNamara. Il progetto di Chioggia è esposto ai Giardini, all’interno di “Follow up! ” , nello spazio allestito dall’ordine provinciale degli architetti.

«Siamo orgogliosi di aver portato Chioggia nel dibattito internazionale sull’architettura», spiegano i tre giovani architetti di Naos, «raccogliamo gli sforzi profusi in tutti questi anni nel quale con passione abbiamo cercato di mettere a disposizione del nostro territorio visioni cariche di speranza. La presenza alla Biennale non è un punto d’arrivo, ma uno stimolo a continuare a credere nella ricerca e nell’architettura come strumento utile a rispondere ai bisogni della comunità. L’obiettivo è ritrovare l’identità perduta dei luoghi, dando loro una nuova luce».

Con questa filosofia è nata l’idea del centro intermodale sul Lusenzo che s’interseca tra l’altro con un altro progetto, AdiGo, che prevede la riorganizzazione e fruizione dell’asta dell’Adige in un’ottica slow.

«Il fine», spiegano gli architetti, «è rendere possibile l’esperienza di un turismo lento e emozionale, alla scoperta delle eccellenze del territorio, dalla sorgente alla foce, dal Trentino al Veneto. I mezzi per farlo sono la bicicletta, la canoa o semplicemente le proprie gambe. Da qui la necessità di un progetto che aggiunga alla ciclovia piccole architetture per la sosta. Rifugi dove poter riparare bici o canoa, riposarsi godendosi il paesaggio, cambiare mezzo di trasporto od ottenere le informazioni per visitare le bellezze culturali, artistiche, paesaggistiche e enogastronomiche del territorio». Per questo progetto lo studio si è confrontato con molte associazioni tra le quali la federazione italiana canoa, la Fiab e Slow Food.

«Le possibilità di realizzazione sono concrete», specificano i tre architetti, «in tempi in cui non abbondano le risorse economiche, è doveroso fare gioco di squadra e non tralasciare alcuna possibilità di finanziamento. È uscito da poco il bando “Sport missione Comune 2018” che prevede lo stanziamento di 100 milioni di euro a tasso zero per i comuni che presenteranno progetti finalizzati allo sviluppo e al miglioramento dell’impiantistica sportiva».

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