L’Uovo di Colombo è riaprire una vecchia trattoria
MARGHERA. A Marghera c’è ancora chi, nonostante il quartiere un po’ degradato e il periodo non certo favorevole per aprire nuove attività, ha il coraggio di investire in qualcosa che sia assieme innovativo e legato alla tradizione.
Si potrebbe dire, in realtà, che cercare di lavorare divertendosi nel posto dove si è nati e si risiede è, scomodando un antico modo di dire, l’uovo di Colombo. Proprio pensando a questo, tre giovani di Marghera hanno deciso di provare a mettersi in proprio riaprendo nei locali sottostanti lo storico hotel Colombo a due passi da piazzale Giovannacci, la tradizionale trattoria chiusa da anni, e prontamente ribattezzata “L’Uovo di Colombo”. «Il nome», spiega Giuseppe Mastromatteo, uno dei tre titolari quarantenni, «è legato al rendere possibile ciò che all’apparenza sembra non esserlo: riaprire una vecchia realtà di Marghera in una zona difficile sembra impossibile, ma noi ci abbiamo provato».
Così da inizio marzo Giuseppe e i soci Andrea Mehnna, presidente di Hostelsclub, sito di prenotazione ostelli, e Roberto “Buba” Tagliapietra «presidente di se stesso e dei suoi sogni», come si autodefinisce, hanno deciso, dopo altalenanti esperienze di lavoro, di provare a far riemergere la voglia di uscire, cenare secondo la tradizione e divertirsi assieme in un’area, quella che gravita attorno a piazzale Giovannacci, che dalla chiusura della ex palestra Monteverdi si è trasformata in area di disagio.
«Quando mi hanno consegnato la lettera di licenziamento a fine ottobre», spiega la sua scelta Giuseppe, «mi sono sentito un uomo solo, inutile, ma poi è arrivata questa idea, nata davanti un tavolo in un’osteria a Venezia con due vecchi amici. Per me la gente deve avere il coraggio di uscire anche per andare in una semplice osteria sotto casa scambiandosi sogni e opinioni è questo forse il modo di costruire una realtà migliore. Ora che le fabbriche a Marghera hanno chiuso, è arrivata la delinquenza e in molti scappano. Ma noi qui siamo nati, Marghera è la nostra città e qui combatteremo con le armi a noi congeniali: cichetti, un’ombra bona e un piatto di spaghetti coi caparosoi».
Il volantino di presentazione e la già molto seguita pagina facebook parlano chiaro: «Vi riconsegniamo un pezzo di storia: stiamo tentando di rendere possibile ciò che sembra non esserlo», e l’idea si spera possa essere d’esempio per molti altri giovani del quartiere, con la voglia di tentare qualcosa di nuovo per far tornare a vivere al meglio le varie zone del quartiere. Intanto, dopo una partenza di slancio, l’Uovo di Colombo si prepara alla stagione estiva con i primi appuntamenti: live show, letture alla presenza degli autori e il concorso per bambini “disegna la tua Marghera”.
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