L’uomo misterioso coccolato da tutti

«Elicottero... boom boom». Sono queste le poche parole che don Agostino, parroco di San Martino, è riuscito a cogliere quando ospitò l’uomo nella sua parrocchia, qualche anno fa. “Uomo” perché non si...

«Elicottero... boom boom». Sono queste le poche parole che don Agostino, parroco di San Martino, è riuscito a cogliere quando ospitò l’uomo nella sua parrocchia, qualche anno fa. “Uomo” perché non si sa quale sia il suo vero nome. Qualcuno dice che si chiami Bion, altri Savier, ma nessuno lo ha mai confermato. Nel 2009 le suore di Maria Bambina hanno cercato di scoprire le sue radici perfino su “Chi l’ha visto?” raccontando la storia de “Il giovane smemorato di Venezia”.

Quello che è certo è che il senza dimora venuto dal nulla sta a cuore a chi vive all’Arsenale, tanto che, non vedendolo più nel suo giaciglio, i residenti della zona si sono preoccupati. «Sono tanto addolorato da quanto successo» racconta don Agostino «La mia impressione è che sia stato traumatizzato o dalla guerra o da qualcosa che ha visto e che non si sia più ripreso. Un giorno ha detto mamma, sorella e ha mimato un elicottero, era spaventato».

L’uomo sembra tuttavia provenire dalla ex Jugoslavia o dalla Russia, ma c’è chi lo ha sentito parlare in tedesco. Le persone che abitano di fronte alla porta del Teatro Piccolo Arsenale, dove lui da anni vive sdraiato sullo scalino, non si sono più chieste chi fosse. «Ormai ci siamo tutti affezionati» racconta la famiglia Di Giorgio «Rimane lì sempre, anche se piove, perché c’è la luce. Non ce la fa a stare nei posti chiusi, ma è buonissimo, non fa male a una mosca». Di lui si sa che è golosissimo di dolci, l’unico dono che non rifiuta. Ogni giorno fa il giro delle gelaterie da Via Garibladi a Campo della Bragora dove sa che gli viene sempre offerta una pallina: «Vieni qui due volte al giorno» racconta Federica Ciriello di un negozi di caramelle in via Garibaldi «Entra, si ferma e aspetta, senza dire una parola. Gli do un cioccolatino e se ne va. Non l’ho mai sentito parlare». «Ha gli occhi buoni» aggiunge Alberto Cancian di Castello «Lo vediamo da anni ed è innocuo».

Il suo sguardo per qualcuno incute timore perché fissa le persone e, a volte, inizia a seguire qualche ragazza da lontano, senza mai avvicinarsi. Qualche anno fa il padre di una giovane gli aveva detto di stare alla larga dalla figlia e lui era tornato nel suo giaciglio.

«Quella notte mio figlio è tornato a casa verso l’una» racconta Maddalena Di Giorgio «La polizia gli ha chiesto dei sacchetti per portare via le cose dal giaciglio. Siamo tutti sconvolti, ognuno qui si prendeva cura di lui, dai militari dell’Arsenale a noi cittadini che gli davamo coperte e qualche sigaretta». L’uomo misterioso non beveva, ma fumava. Ieri girava la voce che nei giorni scorsi avesse aggredito uno spazzino, ma Veritas smentisce. Poi che avesse fatto una scenata dal Bar Angò in riva degli Schiavoni: «Lo vediamo ogni giorno camminare, ma non è mai venuto qui». La vicina Sonia Pisciutta ieri lo ha cercato in ospedale per portargli un pigiama, era preoccupata di non vederlo. Sembra che già anni fa qualcuno lo avesse picchiato. Per questo si era rifugiato in un luogo più abitato, sperando che non accadesse più.

Vera Mantengoli

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia