L’Unesco: «Decidete sulle grandi navi»

Comune e governo hanno presentato il piano, ma non basta. Il dossier definitivo adesso attende la decisione sulle crociere
Di Alberto Vitucci

Il dossier è pronto. Ma aspetta il governo e la decisione sulle grandi navi. Non è finita la lunga partita che dovrebbe avere come posta in palio l’«assoluzione» di Venezia da parte dell’Unesco. Evitando la cancellazione della città dall’elenco dei Siti patrimonio dell’Umanità. La 41esima sessione mondiale dell’Unesco si terrà a Cracovia, in Polonia, dal 2 al 12 luglio. Sarà esaminato lo «stato di conservazione» dei siti minacciati e segnalati dallo stesso comitato nella sessione del 2016 a Istanbul. Tra questi c’è anche Venezia con la sua laguna. Qualche mese fa il sindaco Brugnaro, su mandato del governo, aveva portato a Parigi alla direttrice europea dell’Unesco Irina Bokova un primo dossier di progetti e provvedimenti. Il 28 aprile la giunta ha approvato la delibera quadro con i progetti in campo, già stati inviati all’Unesco. Riguardano il controllo dei flussi turistici altre iniziative per limitare la pressione sulla città, il riordino dei trasporti e degli approdi, il numero chiuso in piazza San Marco.

Dall’Unesco è arrivato un mezzo via libera. Buone intenzioni, anche se per ora non realizzate. Ma per avere un «sei pieno» manca l’elemento più importante. O almeno quello che agli occhi del mondo appare il più importante. L’allontanamento delle grandi navi da crociera da piazza San Marco. Se ne discute da cinque anni, da quando il naufragio della Costa Concordia aveva riproposto il problema. Progetti bocciati e altri accantonati, adesso l’accordo sembra raggiunto fra Comune, governo, Autorità portuale. Riguarda il canale Vittorio Emanuele, che dovrà essere scavato e riportato alla profondità di almeno 9 metri per consentire l’arrivo delle grandi navi alla Marittima passando per Malamocco e il canale dei petroli e non più per il Lido-San Marco- Giudecca. Gli ambientalisti non ci stanno, e preferirebbero un nuovo avamporto fuori della laguna. Ma sul progetto Vittorio Emanuele si sta lavorando. «Ci chiedono una data precisa, quando cioè non vedremo più le grandi navi davanti a piazza San Marco», dice il sindaco Brugnaro. La data non potrà che essere annunciata dal governo, dopo aver deciso ufficialmente per la soluzione. Una decisione che però dovrà passare per una riunione del Comitatone. Il sindaco l’ha chiesto, il ministero delle infrastrutture lo ha annunciato entro la prima metà di giugno. Ma la convocazione non arriva. Nelle prossime ore da Ca’ Farsetti partirà una lettera ufficiale indirizzata al presidente del Consiglio - e per legge presidente del Comitatone - Paolo Gentiloni.

Se si farà entro qualche giorno, ci sarà il tempo di completare il dossier nella sua versione definitiva e inviarlo all’Unesco. In caso contrario, potrebbe esserci qualche problema. La sintonia tra Comune guidato da Brugnaro e il governo Renzi era massima.

Con Gentiloni il clima si è un po’ raffreddato. Senza segnali concreti da Roma, lasciano intendere a Ca’ Farsetti, a Cracovia potrebbe andarci solo il ministero a rispondere alle contestazioni dell’Unesco, come previsto dalla legge. Della bocciatura mondiale, la responsabilità allora non sarebbe soltanto veneziana.

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