Lunedì nero, 24 licenziati al Policlinico
Lettera di licenziamento consegnata a mano, ritiro del badge di accesso al posto di lavoro e armadietto da svuotare. Ieri mattina, come temuto dai sindacati, sono scattati i primi licenziamenti al Policlinico San Marco. A finire nella tagliola del piano di riorganizzazione della clinica privata sono stati gli ausiliari e gli amministrativi. Secondo i sindacati, rispettivamente 15 e 9 addetti, i più difficili da ricollocare altrove. Posti di lavoro persi e annunciati da parecchio tempo, dal momento che ancora a dicembre la clinica di via Zanotto aveva fatto sapere di essere pronta al taglio, in virtù dei 10,5 milioni di euro di budget in meno in arrivo dalla Regione per il 2013 per le attività in convenzione su ricoveri, interventi e visite specialistiche.
Confermato questo aspetto, è partito l’iter riorganizzativo, stesso dicasi per la trattativa sindacale che poi ha coinvolto anche Provincia e Regione, ma neppure le numerose manifestazioni tra cortei e presidi sono servite a sbrogliare la matassa. «Chi era in servizio ieri mattina ha ricevuto la visita di un addetto dell’azienda che ha applicato quella procedura per rendere effettivo il licenziamento: chi non c’era avrà la documentazione sicuramente via raccomandata», sostiene Paolo Lubiato (Cgil-Fp). «Rimango dell’idea che sia una procedura scorretta: adesso ci mobiliteremo per far fronte a questa situazione. Mi chiedo dove sia il Comune, e mi chiedo anche se il Policlinico a questo punto abbia ancora diritto a rientrare nella sanità convenzionata con la Regione, visto ciò che sta accadendo. E lancio un grido di allarme all’Asl 12, che finora è sempre stata aperta al dialogo, perché ora si apre la partita dei 29 addetti del San Marco (in ambito sanitario) che rischiano anch’essi il licenziamento».
Intanto, domani mattina dalle 8 davanti al Policlinico è in programma una manifestazione promossa da Cgil e Uil contro il taglio del personale. Sindacalisti e addetti sono pronti anche a incatenarsi ai cancelli di via Zanotto.
«Credo sia stata malgovernata questa situazione», rincara Francesco Menegazzi (Uil-Fpl). «Dopo due giorni in cui sembrava che il mondo si muovesse per salvare questi lavoratori, ci si trova con le lettere di licenziamento in mano. Non condividiamo l’accaduto e guardiamo anche ai 29 infermieri e operatori sociosanitari ancora a rischio, sperando che il ventilato aumento dei posti di hospice del Policlinico porti alla revisione del piano di riorganizzazione. Come dicevo sabato, siamo anche pronti a piantare le tende davanti alla Regione, se necessario».
Regione verso la quale ora guardano tutti, speranzosi che dal fatidico cilindro l’assessore alla Sanità Luca Coletto, ieri in silenzio, riesca ad estrarre una soluzione adeguata a salvare il personale del Policlinico. Per l’hospice, dopo l’assegnazione dei primi 15 posti letto due mesi fa da parte della Regione, che di fatto ha riaperto un servizio che il Policlinico aveva avuto fino a due anni addietro, è già pronta una delibera a Palazzo Balbi per assegnarne altri 10. In base all’accordo siglato da Policlinico e Cisl, ma non ratificato da Uil e Cgil, ora si potrebbe aprire un “paracadute” per almeno una decina di quei 29 addetti a rischio esubero. Ma si sta ragionando ancora solo sulla carta. La partita tra Regione, sindacati e Policlinico appare ancora molto aperta, e la corsa contro il tempo continua per trovare un accordo prima che possa davvero essere troppo tardi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia