Lunedì a Sottomarina l’addio a Barbara

I funerali nella chiesa del Buon Pastore. La giovane incinta di quattro mesi è morta nell’incidente di giovedì mattina

CHIOGGIA. Si svolgeranno lunedì alle 15 nella chiesa del Buon Pastore a Sottomarina i funerali di Barbara Penzo, la trentenne chioggiotta perita tragicamente a causa di un incidente stradale giovedì mattina sulla Romea. Originariamente era stato chiesto che le esequie fossero celebrate nella chiesa dei Salesiani che, però, è troppo piccola per contenere tutti coloro che vorranno salutare per l’ultima volta la giovane donna che, tra l’altro, era pure incinta di quattro mesi. Si è pure pensato anche a spostare il rito funebre in cattedrale ma, a quell’ora, è programmato un altro funerale, quindi la scelta finale verso la chiesa del Buon Pastore. Nel frattempo ci si interroga su quale possa essere stata la dinamica dell’incidente in un tratto di strada nel quale, purtroppo, i sinistri mortali non sono una novità.

C’è a dire il vero ancora molta incertezza su come siano andate effettivamente le cose, tanto che i carabinieri, anche attraverso la pagina facebook “Tutta la Romea minuto per minuto” , hanno rivolto un appello a potenziali testimoni per ricostruire esattamente le cause che poi hanno portato allo scontro la piccola Peugeot di Barbara Penzo e il camion ungherese, con i due mezzi che hanno finito la loro corsa fuori strada dalla parte della gronda lagunare. Comunque la morte della giovane futura mamma ha destato molto sgomento in città. Papà Denis lavora al mercato ittico con la carovana facchini ed è quindi molto conosciuto tra gli operatori della pesca clodiense, mentre mamma Paola è impiegata in una ditta di ortofrutta. Non solo ma Barbara, che prestava servizio nella casa di riposo mestrina “Antica Scuola dei Battuti” , era molto attiva anche nel sociale con l’impegno portato al Centro d’Ascolto della Caritas diocesana.

«Non la conoscevo da molti anni», ricorda don Marino Callegari, direttore della Caritas, « e mi ricordo che fu lei a cercarmi perché doveva preparare la tesi di laurea sui servizi sociali, dottorato che aveva scelto alla Ca’ Foscari di Venezia. Poi, dopo la sua laurea, l’ho ritrovata qualche anno dopo ha voluto occuparsi di volontariato nella struttura della Caritas diocesana. Faceva parte del Centro d’Ascolto ed ormai era diventata una sorta di segretaria-coordinatrice, tanto che a lei era affidato il coordinamento degli orari e dei turni dei volontari. A fine gennaio aveva presenziato a Roma un seminario della Caritas nazionale sul reddito d’inclusione, mentre adesso si stava preparando ad accogliere un gruppo di tedeschi che fra due settimane saranno a Chioggia per capire come funzionano i servizi sociali in Italia. A lei era stato affidato il compito di accompagnare il gruppo nella presentazione delle funzioni della Caritas diocesana». Insomma una giovane da sempre impegnata, senza troppo rumore, nell’aiuto verso il prossimo. «Personalmente», conclude don Marino, «pur conoscendola non molto ho di lei, il ricordo di una ragazza solare, sempre con il sorriso tra le labbra. Era davvero impossibile trovarla infastidita: una bella persona, una gran brava ragazza».

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