Luminare in pensione sceglie il volontariato
Roberto Spinato (Orl) collaborerà ancora con l’Usl 3: «Porteremo il Civile a livelli internazionali»

VENEZIA. Una intera carriera dedicata alla cura, ricerca e allo sviluppo di nuove tecniche operatorie in otorinolaringoiatria, oltre 30 mila interventi e ora un futuro in cui il volontariato sarà un punto di forza. Il professor Roberto Spinato, luminare del settore riconosciuto a livello internazionale, è andato in pensione e ha lasciato il primariato di Orl dell’ospedale dell’Angelo, ma non vuole voltare pagina del tutto.
In pensione e ancora lavora?
«Per me non è cambiato nulla, il direttore della Usl 3 ha voluto che rimanessi al loro fianco ancora per un po’, e così continuerò con un incarico gratuito di volontario fino a tutto maggio 2018, come coordinatore della rete integrata che già esisteva nel dipartimento di Orl. Durante la settimana girerò tra le varie sedi ospedaliere di Mirano, Dolo, Mestre, Venezia e Chioggia, un’attività di volontariato per mettere ancora le mie competenze a disposizione della sanità locale e dei cittadini».
E naturalmente essere vicino ai colleghi più giovani?
«Esatto, avrò il ruolo di coordinatore, ma seguirò anche attività di didattica e insegnamento in sala operatoria. Porterò la mia esperienza di 40 anni nel settore e oltre 30 mila interventi. Una cosa preziosa per trasferire competenza e aiuto ai giovani, per non disperdere un bagaglio culturale e scientifico. Si vedrà cosa vorrà fare la direzione dell’Usl 3, io non ho voglia di smettere».
Ma le manca già il suo incarico di primario?
«
Non mi manca perché c’è un programma che stiamo proseguendo. Il mio sogno è far crescere ancora di più le attività di otorinolaringoiatria portandola a livelli nazionali e internazionali anche all’ospedale Civile. Abbiamo dei progetti di grande respiro grazie ai rapporti che ho negli Stati Uniti tra Phoenix e New York. Venezia è una città internazionale, e il Civile deve avere un livello simile. A Mestre l’Angelo è già un centro di riferimento europeo per la tecnica della coblation».
Ma c’è anche un grande lavoro in Kenya.
«E vero, l’attività nel terzo mondo è un obiettivo che perseguo da presidente della Scuola Triveneta di discipline Orl che presiedo da sette anni. Il mio mandato scadrà a fine 2018, e questo lavoro prosegue da dieci anni, prima per la creazione di una rete integrata, quindi con l’obiettivo umanitario. A gruppi ogni 15 giorni un anziano e uno specialista della nostro Scuola si reca in un ospedale cattolico a 2700 metri di quota, vicino a Nairobi, diretto da un sacerdote padovano. Si fa attività ambulatoriale e di sala operatoria ma anche formazione professionale».
Al suo successore quale primario cosa augura?
«Il dottor Politi è stato al mio fianco dal 2014, e gli auguro di continuare in quel che abbiamo seminato. Politi è una persona preparata, umile e disponibile, che dà l’anima per il lavoro e ha capacità aumentate negli anni. Sono certo che saprà fare un ottimo lavoro».
Continuerà ad insegnare all’Università?
«Sì, a Trieste come docente di endocrino chirurgia e della tiroide, e poi sarò al fianco dell’Istituto oncologico veneto per le patologie di testa e collo. Voglio però ringraziare tutti coloro che mi hanno insegnato l’arte della chirurgia testa-collo, italiani e stranieri, e il direttore Dal Ben che ha creduto nelle mie capacità tecniche e organizzative, dandomi la possibilità di continuare a fare del bene per la sanità».
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