Lumi clandestini dall’alto: Mestre diventa una fiaba
MESTRE. Ultimo appuntamento sabato alle 21 nell’Auditorium del Candiani della trilogia di spettacoli di Gigio Brunello e Gyula Molnar ”Il Teatro sopra la città“ dedicati a Mestre. In cartellone una nuova produzione di teatro di figura “Lumi dall’alto. Corse clandestine in città”, un racconto magico realistico sulla Mestre del 21° secolo, destinato a schiudere nuove suggestioni su una realtà molto cambiata negli ultimi anni, alla sua prima rappresentazione assoluta. La riduzione teatrale del racconto (di Gigio Brunello) “Lumi dall’alto” è una partitura per oggetti. «Partire da un tavolo per raccontare una storia. Sopra ci andranno i personaggi, statuine di legno costruite per l’occasione ma anche oggetti preesistenti, nati per altri usi e finiti sulla scena per meriti analogici. Un teatro povero voluto, studiato, misurato, per dar spazio all’immaginazione. E in assenza di parole, è negli oggetti che la poesia trova rifugio» scrive in una nota di presentazione Gigio Brunello, animatore di queste tre storie che regge, sotto gli occhi del pubblico, i fili di una scrittura combinatoria in cui è al tempo stesso autore, narratore, personaggio e spettatore. «In “Lumi dall’alto” l’emigrazione a Mestre è raccontata anche come presenze invisibili, improbabili gare clandestine in pieno centro fatte da statuine che , per le loro dimensioni, sfuggono alle telecamere di ogni ztl.
I luoghi della città sono separati da ostacoli e distanze incolmabili che solo la fiaba di due ragazzi innamorati può colmare - continua - La storia, che trae lo spunto da episodi diversi , è svolta come una fiaba. C’è la fata del paese d’origine che, arrivata a Mestre, perde i suoi poteri di maga, c’è l’aiutante magico, il cavallo alato che vola sopra le ciminiere dismesse e c’è, come in ogni favola che si rispetti, il lieto fine». Significativo il fatto che Brunello sia venuto a conoscenza di una delle storie che ritroviamo in questo spettacolo attraverso la sua attività di insegnante ed è ulteriore conferma della funzione di fondamentale punto di riferimento che riveste la scuola per i tanti stranieri venuti ad abitare a Mestre negli ultimi vent’anni. Questa fantasia nata da un immaginario è l’ultima tappa di un percorso che ha portato Brunello e Molnar ad innovare il loro teatro di figura anche sotto il profilo formale: da un lato la scelta delle statuine rigide, dall’altro, la presenza del narratore-animatore che esce dalla baracca per mettere il suo corpo e la voce al servizio di immagini e composizioni. Dipinti di Lanfranco Lanza, musiche di Rosa Brunello eseguite da Rosa Brunello Quintet, Scenofonia di Lorenzo Brutti, Biglietti presso il Centro Candiani a 5 euro.
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