L'ultimo sms di Ilaria alla mamma, poi lo schianto del Piper

Mestre, mercoledì il rientro delle vittime dell'incidente aereo in Croazia: sabato i funerali di Ilaria Berti
AGOSTINI AG.FOTOFILM TREVISO ARRIVO SALME INCIDENTE AEREO AREOPORTO
AGOSTINI AG.FOTOFILM TREVISO ARRIVO SALME INCIDENTE AEREO AREOPORTO

MESTRE. C'è poco spazio per le lacrime nell'attesa di dare quell'ultimo abbraccio. In due settimane di dolore, trascorse nel limbo tra la consapevolezza che tuo figlio, tuo papà, la fidanzata o il marito è morto e la necessità di dirgli addio, anche gli occhi si sono ormai prosciugati. I familiari delle vittime del Piper schiantatosi il 6 settembre a Skopje hanno trascorso così gli ultimi minuti prima dell'arrivo delle salme di Francesco Montagner, Dario Bastasin, Luca Dalle Mulle, Ilaria Berti e Anfelo Callegari. Nel parcheggio dell'Aeroclub dove li avevano salutati prima di partite ieri hanno aspettato che atterrasse il volo di Stato, che, in particolare le figlie di Montagner e Bastasin, avevano chiesto attraverso un appello.

I familiari di Dalle Mulle e di Ilaria Berti si stringono la mano, si abbracciano, altri parenti si presentano per la prima volta, accomunati da un destino che li ha voluti far conoscere quando chi li univa non c'è più. Proprio Ilaria aveva confessato alla mamma di non voler salire su quel volo la sera prima. «Non mi sento più sicura, non sono convinta di voler partire», aveva confessato alla vigilia della partenza. A convincerla era stato Luca Dalle Mulle, tranquillizzandola, assicurandole che sarebbe stata una bella vacanza per concludere l'estate. Poi, mentre sorvolavano la Croazia, Ilaria ha inviato un ultimo sms alla madre, per salutare e dire che il volo stava procedendo regolarmente. L'aereo militare con le cinque salme a bordo atterra sulla pista dell'aeroporto Canova alle 15.14. I familiari si avvicinano alla rete, si abbracciano e si sostengono a vicenda.

Sabato alle 15 l’ultimo saluto alla volontaria
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E' come se il rumore dell'aereo che rulla sulla pista del Canova, spazzasse via quel clima di estraniamento e attesa che fino a poco prima si respirava all'Aeroclub, per scioglierlo di nuovo nel pianto e nel dolore.

I familiari vengono fatti entrare in pista pochi minuti dopo, dove il prefetto Laura Lega, il direttore dell'aeroporto Gianni Carrer e il presidente di Aertre Giovanni Garatti li accolgono, in attesa che le salme vengano estratte dall'aereo. Una volta giù, vengono caricate sulle autobara e spostate nell'hangar dove i familiari possono trascorrere alcuni minuti in privato, per dare l'ultimo saluto ai loro cari. Quello che da due settimane attendono di poter dare, e che la burocrazia ha continuamente ritardato, allungando, se possibile, questo limbo in cui le famiglie hanno vissuto fino a ieri pomeriggio.

«È stato un momento molto commovente e difficilissimo, per me, per l'aeroclub e per le famiglie», sono le parole di Patuelli, che si è trovato a sostituire l'amico Francesco Montagner alla presidenza dell'Aeroclub trevigiano. «Voglio ringraziare le istituzioni. Ci sono stati tutti molto vicini: il sindaco, il prefetto, il governatore del Veneto, la Farnesina e l'ambasciatore. Ci hanno aiutato in modo incredibile, in primis con il volo di Stato per rimpatriare le salme. La dinamica? Ancora non sappiamo nulla, l'indagine è secretata in Macedonia». Dai primi elementi, e com'era stato ipotizzato fin dalla mattina successiva alla tragedia, sarebbero le condizioni meteo avverse la principale causa dell'incidente aereo in cui hanno perso la vita i sei passeggeri partiti dall'Aeroclub di Treviso. Le stesse condizioni che avevano fatto desistere un altro pilota dal decollare da Brac (Croazia) dove si era fermato per il rifornimento. Ma il giorno della ricerca di eventuali responsabilità e delle risposte non era ieri.

Federico Cipolla

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