L’ultimo saluto al “re del jeans”

Commozione tra i dipendenti. Ma assente il mondo della moda

CAVARZERE. «Và a dormire ogni sera con un sogno, svegliati ogni mattina con un proposito». Questa frase, tradotta dall'inglese, era stampata sui cartoncini che all'ingresso della chiesa invitavano chi partecipava al funerale di Nicola Bardelle a donare a tre istituzioni in particolare: la Città della Speranza, la Fondazione San Patrignano e Save the Children. Un modo, voluto dalla famiglia, per ricordare Nicola, che ne voleva rispecchiare la personalità: umile, come il ricordo che ne hanno le persone che, con lui, hanno lavorato. «Aveva una parola e un sorriso per tutti, anche con chi si occupava solo del lavaggio dei jeans», ricorda una ragazza fuori dalla chiesa. Lo stesso concetto, espresso dal papà Adolfo, con parole diverse e la voce spezzata. E la moglie Jennifer ha ricordato come la sua più grande preoccupazione fosse di non avere abbastanza tempo da dedicare ai figli Leonardo e Edoardo (Dodo e Dado). «Ma per loro eri un super eroe e ci penserò io a ricordare che uomo eri, amore mio». Non c'erano i nomi del “bel mondo”, ai funerali di Nicola Bardelle, ma c'erano tutti i suoi cari, i dipendenti e i collaboratori dei tempi dell'Americanino e di quelli, attuali, della Jacob Cohen, i suoi compaesani, a testimoniare quelle radici che lo hanno riportato, nel suo ultimo giorno, a Cavarzere.

Diego Degan

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