L’ultimo saluto ad Alessio sulle note di Eros Ramazzotti «Ci hai insegnato ad amare»

la cerimonia
L’abbraccio di Eraclea a uno dei suoi giovani migliori. Ieri nella chiesa parrocchiale don Giovanni Bosco di Ponte Crepaldo l’ultimo saluto a Alessio Bragato, il 22enne che ha perso la vita in un incidente stradale sabato scorso quando sulla provinciale 56 a San Donà è uscito di strada nella nebbia mentre stava rientrando a casa al volante della sua Citroen C3.
La bara bianca trasportata dalle onoranze funebri di Walter Gusso è stata accolta e sorretta dalle braccia forti degli amici, quelli che erano con lui sabato, prima della tragica morte. Ad attendere il feretro davanti alla chiesa c’era anche la sindaca di Eraclea, Nadia Zanchin, quindi il comandante della stazione carabinieri Valerio Scafati e un militare subito sull’attenti per il saluto solenne al passaggio del feretro. Ma, soprattutto, è arrivata una folla di amici che ha voluto partecipare alle esequie per stringersi davvero nel dolore di una famiglia distrutta.
Mamma Stefania, papà Alfio, l’affezionato zio Michele e tutti i parenti. Con loro, anche Romina Laugeni per l’associazione “Alba, luci sulla buona strada” cui sono andate le donazioni nel ricordo di Alessio. È la mamma di Riccardo Laugeni che morì nel tragico incidente di via Pesarona a Jesolo con altri tre giovani e ha cercato di aiutare la famiglia in questi giorni tremendi.
Il feretro è stato portato in chiesa sulle note di Eros Ramazzotti e la dolce canzone scelta dagli amici “Sta passando Novembre”: “Puoi prendere per la coda una cometa e girando per l’universo te ne vai. Puoi raggiungere, forse adesso, la tua meta Quel mondo diverso che non trovavi mai Solo che Non doveva andar così, solo che tutti ora siamo un po’ più soli qui. . .»
Parole che sembrano dedicate proprio ad Alessio. L’applauso è a quel punto esploso con fragore come per una liberazione dal dolore soffocato, quando la bara ha finalmente raggiunto l’ingresso della chiesa parrocchiale gremita di persone debitamente distanziate sotto il controllo dei volontari della parrocchia. C’erano le foto del ragazzo e dei suoi amici all’ingresso della parrocchiale e una frase a lui attribuita: “L’arte più bella è rendere felici gli altri”. E questo ha fatto Alessio nella sua breve e intensa vita, ha creato un gruppo affiatato di amici pronti ad aiutare chi avesse bisogno di loro. Gli stessi che lo hanno ricordato poi con le loro lettere. «Ci hai insegnato ad amare», dice una ragazza commossa.
Il parroco, don Massimiliano, ha letto le sacre scritture, affidato a Dio e al suo amore questa giovane vita che ci ha lasciati così presto. Il Vangelo si è così unito alle testimonianze degli amici, al loro linguaggio diretto e passionale, alle loro canzoni, colonne sonore di una vita spensierata che purtroppo, talvolta, attraversa anche questi momento di dolore e sconforto. E la perdita di un amico diventa un vuoto impossibile da colmare. Lo stesso parroco ha fatto riferimento ai tanti amici, al loro amore che ora si allarga senza confini per dare forza a una famiglia distrutta che sente la vicinanza di un’intera comunità davvero segnata. —
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