L'ultimo saluto a Alessandro Minto: «Il sole risplenda sempre sul tuo viso»

C’era tutto il paese alla commovente cerimonia d’addio al ragazzo di 21 anni ucciso dal padre con una coltellata. Il parroco: "Ferita aperta per tutta la comunità"

CAMPAGNA LUPIA. «Che tu possa avere il vento in poppa, che il sole risplenda sul tuo viso e che il vento del destino ti porti in alto a danzare con le stelle»: queste le commoventi parole scritte su uno striscione dagli amici di Alessandro Minto alla base del campanile della chiesa di San Pietro di Campagna Lupia, ieri durante l’estremo saluto al ragazzo di 21 anni di Campagna Lupia assassinato dal padre Guerrino con una coltellata. Un commosso abbraccio a cui ha partecipato un paese intero, che si è fermato per due ore, finché le cerimonie di commiato non si sono concluse.

«Questa tragedia», ha spiegato in chiesa don Giuseppe Masiero, «è una ferita aperta per tutta la comunità cristiana. Saremo sempre vicini alla mamma Lucia e ai famigliari del povero Alessandro che ha avuto la vita strappata in modo così improvviso e terribile. Questo fatto ci deve far riflettere profondamente sul valore essenziale che ha nella vita di ogni giorno della famiglia».

In chiesa, distrutta dal dolore, c’era vicino al feretro la mamma Lucia, molti amici hanno letto messaggi di saluto per Alessandro, che era considerato da tutti una sorta di trascinatore del gruppo.

«Ti ricorderemo sempre», «Ci mancherai ma resterai sempre nei nostri cuori» era il senso di alcuni brevi saluti fatti dal pulpito, mentre la fidanzata diciannovenne Jessica Recaldin non ha voluto parlare, straziata dal dolore, e ha lasciato leggere ad una amica il messaggio di saluto per il «suo Alessandro». Jessica, nelle parole lette in chiesa, ha ricordato la figura di Alessandro, il grande amore che aveva per lui: avevano già progettato grandi cose nella vita che avrebbero dovuto fare insieme. Gli amici hanno anche fatto dei cartelloni in cui hanno ricordato con tante foto la vita di Alessandro e le tante scampagnate fatte insieme in laguna , in barca. Una passione che il ragazzo di Campagna Lupia aveva da sempre.

In chiesa, con gli amici, c’erano anche tanti colleghi di lavoro dell’azienda metalmeccanica per la quale lavorava a Porto Marghera , la Saimi Spettoli. Anche al lavoro la figura di Alessandro era considerata esemplare, al punto che il titolare era intenzionato ad aumentargli lo stipendio, vista la grande capacità fin qui dimostrata dal giovane.

Non mancavano naturalmente i vicini di casa, di via Primo Maggio, dove Alessandro abitava con il padre da 11 anni. C’erano però anche tanti semplici cittadini che si sono sentiti colpiti e scossi da questa tragedia terribile, che è stata vissuta dalla maggioranza della gente come una sorta di destino crudele, una lite sfuggita di mano, diventata contro la volontà di tutti un omicidio.

L’ultimo omaggio a questo giovane sfortunato hanno voluto farlo ancora una volta gli amici : dopo che il feretro è stato posizionato nella fossa nel cimitero del paese, hanno voluto – con un gesto di una dolcezza straziante – spalare la terra fino a ricoprire la bara.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia