Lui la voleva uccidere usando il coltello

L’arma della gelosia, la lama è penetrata nel torace per 12 centimetri. Ma lei è riuscita a fuggire
VENEZIA. Voleva uccidere Sabrina con il coltello. E solo vedendo che lei, la madre dei suoi due figli, era riuscita a scappare e a difendersi, Luigi ha deciso di finirla con un unico colpo sparato con la pistola d’ordinanza sull’asfalto di fronte alla villetta di via Trieste. Ne sono convinti gli inquirenti, coordinati dal pubblico ministero Fabrizio Celenza, che in queste ore stanno completando le indagini sull’omicidio-suicidio di Dogaletto. Un caso di per sé chiuso, per dirla con il lessico dei penalisti, “per morte del reo”. Non c’è nulla su cui indagare o chiarire visto che il colpevole è morto, non ci sarà alcuna analisi dei telefoni cellulari dei coniugi visto che quanto finora raccolto basterebbe a delineare un quadro di gelosia di Luigi nei confronti di Sabrina. Gelosia incontrollata, maturata nelle ultime settimane con il sospetto che lei avesse un’altra relazione, fino a giovedì mattina.


La lite tra i coniugi scoppia sull’uscio di casa. Sabrina con ogni probabilità sta uscendo, con sé ha anche la borsa che non lascerà nemmeno per fuggire. Il confronto è acceso, i toni si alzano. L’infermiera viene colpita con una coltellata sferrata da Luigi con un coltello da cucina. La lama - lo dicono i primi riscontri dell’autopsia effettuata venerdì dal medico legale Antonello Cirnelli - penetra per 10-12 centimetri sul fianco del torace, in una zona vitale. Una ferita, quella provocata da Luigi, che di per sé probabilmente non sarebbe stata mortale (se curata per tempo), nonostante il versamento di sangue nei polmoni causato dal fendente. Nonostante la ferita, Sabrina reagisce e ingaggia una colluttazione. Ha i segni sulle mani, rilevati durante l’autopsia. Vuole difendere la sua vita e quella della sua famiglia. Intanto scappa fuori casa, le tracce sono lasciate dal sangue che gocciola dalla ferita. Non va verso la sua auto, urla aiuto e chiama la vicina. È forse proprio la reazione inaspettata della donna a indurre Luigi a decidere di finirla con il colpo di pistola. Gli inquirenti ipotizzano infatti che il poliziotto volesse uccidere la moglie utilizzando un’arma bianca qual è il coltello, una modalità che spesso si ritrova nei delitti passionali - come l’omicidio di Musile il mese scorso, nel quale Antonio Ascione ha ucciso la ex Mariarca Mennella con un coltello - e che genera sofferenza nella vittima. Poi la reazione e la scelta di puntare contro Sabrina la stessa arma che, pochi secondi dopo, punterà sulla sua tempia.


Rubina Bon


Riproduzione riservata © La Nuova Venezia