Ludopatia, sempre più anziani sono stregati dal gioco d’azzardo
MESTRE. La popolazione “a rischio moderato e grave” di ludopatia, ovvero la dipendenza patologica da gioco d’azzardo, in Veneto è la più alta nel Nord e tra le più alte d’Italia. Soprattutto tra gli anziani. Un fenomeno che è stato oggetto di indagine del Serd, Servizi delle dipendenze dell’Usl 3 Serenissima, che ha notato come tra le dipendenze oggetto di cura, ovvero alcool e stupefacenti illegali, quello relativo al gioco d’azzardo (125 casi nel 2017) riguardava principalmente uomini e donne con un’età media sui 52 anni, molto alta rispetto agli altri casi.
Di concerto con i sindacati Cgil, Cisl e Uil e le amministrazioni comunali di Marcon e Quarto d’Altino si è allora avviata un’indagine conoscitiva per accertare in che misura il comportamento di gioco tra anziani sopra i 65 anni possa potenzialmente essere a rischio, favorendo la distribuzione di un questionario anonimo nei luoghi di aggregazione - centri anziani, università della terza età - cercando di raggiungere anche i tanti anziani che vivono da soli.
Gli esiti sono stati presentati alla sede dell’Usl 3 di via Calabria a Mestre, alla presenza dei promotori dell’iniziativa. È stato così spiegato che di un modulo con 12 domande (Test Sogs) studiate appositamente, ne sono ritornati 400 esemplari, tanti incompleti, per cui ne sono stati presi in considerazione 200 (108 di Favaro, 59 e 22 rispettivamente di Marcon e Quarto d’Altino). L’età media riscontrata è di 68,5 anni. Il 53% sono donne. Il titolo di studio è per il 55% licenza elementare e media inferiore, con diploma superiori il 22%, professionali 17%, laurea il 5%. Prima di andare in pensione il 21% era operaio, casalinga il 18%, impiegato il 28%, artigiano il 9%, dirigente il 5% e commerciante il 2%.
Ma il dato preoccupante è che il 46% (48,4% di donne e 51,6% di uomini) gioca d’azzardo. Un dato che viene paragonato al 38% della popolazione italiana over 65 dell’indagine fatta nel 2013 dal Gruppo Abele Libera. Il numero viene approfondito e dei 91 intervistati che giocano, il 20% è a rischio basso e il 12% ad alro rischio dipendenza ludopatia. Un dato che fa pensare, visto che il Veneto presenta soggetti patologici tra il 7,5% e il 9,2% a fronte di una media nazionale del 5,6%. Dove si gioca? Al bar, in tabaccheria, dove sono disponibili le slot machine, le più richieste, a cui seguono i gratta e vinci.
«Un problema che deve affrontato tenendo presente i tempi epocali che stiamo vivendo», spiega Silvano Felisati, sociologo del Serd, «L’anziano oggi non viene più considerato il depositario del sapere e della vita, di una conoscenza che oggi viene trasmessa con una tecnologia da cui è tagliato fuori. C’è uno sbilancio tra il nichilismo e il vuoto della popolazione giovanile e la depressione e il vuoto di quella anziana. Un vuoto che è facilmente riempito con il gioco».
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