«Ludopatia, il pericolo è il gioco on line»
JESOLO. «Le vere vittime del gioco d’azzardo sono i minori che giocano on line e direttamente a casa propria». Il “re delle slot”, Paolo Vanin di Jesolo denuncia pubblicamente un grave problema che interessa tutto il Veneto Orientale e snocciola alcuni dati. Vanin è arrivato a gestire fino a sette locali di scommesse in tutto il territorio, più slot e quant’altro.
Ormai ha ceduto una consistente parte di attività, per lo più a imprenditori cinesi, quelli che più stanno investendo nel settore, denunciando le vessazioni dei Comuni e delle leggi o regolamenti restrittivi emanati soprattutto per gli orari di apertura. Il gioco d’azzardo online nelle abitazioni private, di cui sono vittima i ragazzi dai 13 ai 16 anni, è la sua nuova crociata che sta conducendo.
«In base ai dati nazionali e alle proiezioni sul territorio», spiega, «i ragazzi tra i 13 e i 16 anni vittime del gioco d’azzardo online nelle loro case sono il 20%. Parliamo tanto di slot, pubblici esercizi, sale scommesse, ma fingiamo di non sapere che i nostri figli sono le prime vittime senza che nessuno controlli. Giocano on line, scommettono, passano ore davanti ai computer pagando con carte di credito e quant’altro. Un fenomeno incontrollabile ormai per tante famiglie che neppure sanno di vivere questa situazione tra le pareti domestiche».
Poi Vanin torna anche sulla questione dei controlli nei pubblici esercizi. «Sono più che opportuni», dice, «se ci sono minorenni davanti alle slot è giusto che i titolari e gestori siano sanzionati. Ma è capitato di vedere un padre che aveva in braccio un bambino di 3 o 4 anni, bersaglio inizialmente dei controlli».
«Ne abbiamo discusso e in questo caso, al di là che un genitore non dovrebbe portarsi il bambino dietro mentre gioca d’azzardo, fatto moralmente gravissimo, non possiamo ravvisare una violazione visto che un bambino di quell’età non si metterebbe certo a giocare.
«I controlli nei vari Comuni, penso a Jesolo, Eraclea, Musile, oggi sono oggetto di dibattito», conclude, «per orari rigidi e tutto il resto, ma le regole devono valere per tutti, sale slot, bar, pubblici esercizi, piuttosto che sale bingo e altro. Dubitiamo che gli orari siano rispettati da tutti e che ci siano le risorse per controlli capillari, ma questo lo vedremo in seguito quando avremo la concreta possibilità di verificare che tutti li rispettano».
Giovanni Cagnassi
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