Lucchetti alle finestre, i profughi insorgono

Accesa protesta questa mattina dei migranti ospitati nelle due strutture di Mira. "Scarsa qualità del cibo, freddo nelle stanze e ora anche  lucchetti alle finestre"

MIRA. Lucchetti alle finestre delle strutture dei migranti. «E' come stare in una prigione», spiegano i profughi che questa mattina sono scesi in strada per protestare.

«E' una questione di sicurezza per evitare entrate e uscite di notte, e durante i pasti: valuteremo se toglierli», il punto di vista di Lorenzo Chinellato, presidente della cooperativa Sar.ha di Marghera che, come da convenzione con la prefettura, gestisce l’ospitalità dei migranti in due alberghi di via Malcanton, a un centinaio di metri di distanza l’uno dall’altro.

Le donne e sette bambini sono ospitate nelle stanze del “Bepi el ciosoto”, i maschi poco più in là, all’hotel Byron, per un totale di oltre 80 migranti egualmente distribuiti tra le due strutture. Hotel che al piano terra sono stati blindati con i lucchetti alle finestre. A quelle dell'altro, a quelle delle sale comuni.

«E’ come stare in una prigione», si sfogano i migranti, che questa mattina hanno protestato anche per la scarsa qualità del cibo e il freddo nelle stanze. Il presidente della cooperativa rigetta le accuse sul cibo, mentre per ciò che riguarda i lucchetti spiega: «Sono stati messi per evitare entrate e uscite fuori orario». Ma di che orari stiamo parlando se i migranti non anno alcun vincolo e, se vogliono, se ne possono andare dalla struttura? «E’ vero che non hanno vincoli ma ci sono delle regole di convivenza da rispettare. Ogni sera alle 23 facciamo l’appello ma capita che qualcuno entri o esca durante la notte, con i lucchetti cerchiamo di evitarlo, così come cerchiamo di evitare che, durante i pasti, i migranti entrino ed escano portandosi il cibo nelle stanze». E’ stata una scelta poco simpatica, lo ammetto. Valuteremo se toglierli».

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