«Luca, sarai il nostro angelo in cielo»
TREPORTI. «Anche a me piacerebbe sedermi e riflettere, le parole servono poco, di fronte alle domande che in casi come questo sono senza risposta: ma dobbiamo cogliere tutti i segni che ci ha lasciato Luca, che sono le tracce della sua resurrezione, un regno di luce e di pace»
Don Valeriano si è rivolto così, alle comunità di Roncade e Treporti che stipava la chiesa, rivelatasi troppo piccola per contenere l’ultimo abbraccio a Luca Gobbato, 19 anni, di Treporti, stroncato da un inesorabile tumore al cervello. Teste chine, visi gonfi, segnati dalla commozione, lacrime, ricerca di abbracci in cui sciogliere la tensione. E in molti sono dovuti restare fuori, sul sagrato. Tantissimi i giovani, gli amici di Luca e i compagni di classe della sorella Sara. E il vessillo dell’Aido.
E il celebrante ha indicato, le tracce, per trovare un senso nella fede nella nostra vita «sentiero imperscrutabile».
La dignità e la forza di Luca nell’affrontare la malattia; l’affetto per Luca e i familiari, lo stare accanto, da quello degli stessi familiari a Luca malato fino alla partecipazione del paese ai gruppi di preghiera, non solo a Roncade, e alle veglie e al rosario; l’amore e l’umanità; la terapia alternativa della cannabis per alleviare le sofferenze; la professionalità, la competenza, la sensibilità di medici e personale sanitario, anche quando la scienza non può nulla; le cornee donate, per far vedere qualcun altro.
«Non è è finita qui, ti porteremo sempre con noi nel nostro cuore», è stato il messaggio degli amici di Treporti, dove vive il padre di Luca (in tanti sono venuti). Lo ha letto una ragazza, a nome di tutti. «Sarai l’angelo che ci veglia, con quello sguardo che vediamo quando alziamo adesso gli occhi al cielo». E la commozione non ha trovato più ostacoli. Luca è stato poi tumulato nel cimitero di Roncade.
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