L’ottico arrestato ha confessato Occhiali rubati venduti all’estero
MARIA DI SALA. Lunga confessione, ieri, davanti al giudice veneziano David Calabria per l’ottico di Santa Maria di Sala Sergio Damian De Paola. Accusato e arrestato assieme ad un’altra decina di persone per associazione a delinquere finalizzata al furto e al riciclaggio, ha non solo ammesso le sue responsabilità, ma avrebbe spiegato al magistrato veneziano, delegato dal collega di Ivrea che ha firmato le ordinanze di custodia cautelare, come funzionava il meccanismo messo in piedi dalla banda che gestiva il traffico clandestino di occhiali. Difeso dall’avvocato Pascale De Falco, ha spiegato che lui era il terminale dell’organizzazione che aveva sede in Piemonte: là, a Lauriano infatti, c’è la fabbrica della Luxottica da dove venivano sottratte centinaia di paia di occhiali, che poi De Paola rivendeva per un profitto che, stando ai carabinieri di Chivasso che hanno condotto le indagini, sarebbe stato di almeno 600 mila euro. Ha rivelato, inoltre, che lui si occupava di piazzare gli occhiali sia in Italia, nel mercato all’ingrosso ma anche al dettaglio, in Francia e in Romania. Ha sostenuto, però, di non aver mai conosciuto coloro che rubavano la merce, visto che lui trattava con una persona di cui ha rivelato il nome e che figura tra gli arrestati dei giorni scorsi con la stessa sua accusa. Era lui, l’intermediario, che si sarebbe occupato di far arrivare gli occhiali rubati a Santa Maria di Sala.
Ora il giudice veneziano invierà il verbale dell’interrogatorio a Ivrea, ma tra poco tornerà in laguna l’intero fascicolo perchè il giudice della cittadina piemontese dovrà spogliarsene, visto che il reato più grave, quello di riciclaggio degli occhiali, sarebbe stato commesso in provincia di Venezia e toccherà quindi alla Procura lagunare occuparsene, anche se la maggior parte degli arrestati sono piemontesi. Il difensore di De Paola, l’avvocato De Falco, nel frattempo, ha avanzato la richiesta degli arresti domiciliari per l’ottico veneziano, sostenendo che visto il suo atteggiamento collaborativo non ha più la possibilità di inquinare le prove e di reiterare il reato, le due condizioni che hanno fatto scattare le manette ai polsi. Sarà il giudice di Ivrea a dover decidere.
Da anni i vertici di Luxottica denunciano i furti all’interno delle loro fabbriche, in particolare quella torinese di Lauriano. Una situazione che ha consigliato loro di impedire, vietandone l’ingresso, che tutti i loro dipendenti lasciassero fuori dall’azienda tascapane, borse, zainetti. Inoltre, per evitare proteste, hanno distribuito gratuitamente a tutti un marsupio trasparente per sistemare i propri oggetti personali, i documenti, i soldi e altro. Un marsupio che gli addetti alla sicurezza neppure devono controllare all’uscita, visto che tutto ciò che contiene è visibile. Nonostante questo, però, i componenti della banda arrestata dai carabinieri di Chivasso tra il 2013 e lo scorso anno sarebbero riusciti a portar fuori centinaia di occhiali da rivendere poi a 150-200 euro ciascuno.
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