Lotte tra cani, nessuno sarà condannato
Spinea. I responsabili dei combattimenti clandestini tra animali (anche cinghiali) verso la prescrizione

SPINEA. Organizzavano combattimenti tra cani e tra cani e cinghiali e maiali in un capannone abbandonato della zona industriale di Spinea, ma ora i responsabili rischiano di non dover rispondere per i gravi fatti. La causa? Errori di notifica agli stessi imputati da parte degli uffici di cancelleria. I gravi reati contestati si avviano così a grandi passi a cadere in prescrizione. Le sentenze definitive – anche tutti i tre gradi di giudizio – dovrebbero arrivare entro il 2018, ma finora non si è arrivati nemmeno al giudizio di primo grado. Un’udienza da dicembre è slittata a metà gennaio appunto per difetto di notifica a uno degli imputati. Protagonisti dei fatti sono Luis Marchiori, Franco Cagnin, Roberto Franchini e Matteo Alberti (difeso dall’avvocato Alessandro Menegazzo), residenti tra la Riviera, Spinea e Quarto, accusati di maltrattamenti di animali con l’aggravante di organizzazione di combattimenti, davanti al giudice del tribunale di Venezia Enrico Ciampaglia.
I fatti risalgono al 2011, quando i carabinieri di Mestre – che cercavano droga, Luis Marchiori era finito nei guai in Germania per vicende legate alla detenzione di sostanza stupefacenti – hanno trovato un allevamento di cani. L’immediato sospetto è stato che organizzasse combattimenti, proibiti in Italia. I militari lo arrestarono perché aveva una pistola con matricola abrasa. Nel suo giardino c’erano nove cani dogo argentini, una razza utilizzata per la caccia grossa, per stanare e uccidere cinghiali e altra selvaggina di grande taglia. Nel nostro Paese è stato introdotto un articolo nel codice penale, il 544 quinquies, che punisce chi organizza e promuove combattimenti tra animali con pene che variano da uno a tre anni di reclusione. La pena è aumentata di un terzo se questo tipo di attività è compiuta da persone armate e se i combattimenti sono promossi attraverso filmati o riproduzioni fotografiche, come accade spesso. In casa di Marchiori i carabinieri hanno sequestrato registrazioni in cassetta dove sono ripresi combattimenti tra cani. I combattimenti erano stati organizzati insieme ad altre tre persone della zona, erano fatti all’interno di un capannone di Spinea e per i filmati venivano portati anche dei cinghiali. Molto spesso i combattimenti si concludevano con la morte degli animali coinvolti.
La speranza che chi ha organizzato questi terribili combattimenti possa rispondere dei suoi comportamenti è a questo punti nulla, visti i tempi della giustizia italiana. Anche se si arrivasse a una sentenza di condanna nel 2018, basterebbe la richiesta di appello per far scattare la prescrizione.
Alessandro Abbadir
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