«Lotta senza quartiere alla criminalità»

Angelo Sanna: «Controlli continui per dare un segnale ai delinquenti: la terraferma non è abbandonata, noi ci siamo»
Di Mitia Chiarin ; di Mitia Chiarin
Unità cinofila della polizia controlla la zona del piazzale Donatori di Sangue, Mestre
Unità cinofila della polizia controlla la zona del piazzale Donatori di Sangue, Mestre

«Vogliamo operare a 360 gradi. Chi delinque sappia che noi possiamo arrivare ovunque».

Il questore Angelo Sanna detta la nuova linea nella lotta al degrado e alla criminalità, in particolare nella terraferma mestrina. Una vera e propria stretta nei controlli anti criminalità diffusa. Si è detto stupito, Sanna, della situazione che ha trovato a Mestre: «Il degrado sfocia spesso in episodi di criminalità. Penso in particolare allo spaccio e alla violenza che preoccupano i cittadini ma anche la questura».

Non esiste solo la tutela di Venezia con i suoi grandi eventi, da ultimi la Mostra del cinema e la Regata storica, fa capire chiaramente il questore, illustrando i primi risultati di un servizio straordinario di controlli del territorio che hanno interessato varie zone di Mestre. Poliziotti in divisa e in borghese sono stati impegnati per una settimana in vari controlli in città. Alla fine si contano due arresti per spaccio di droga e vari controlli in esercizi e spazi pubblici.

È solo l’inizio, avvisa il questore: «Il nostro vuole essere un segnale. Ai cittadini a cui diciamo: state tranquilli, stiamo lavorando. A qualcuno potranno sembrare sceneggiate, ma invece questi servizi servono a smuovere le acque e mandare un segnale preciso a chi delinque, ovvero che la terraferma è tutt’altro che abbandonata. Noi ci siamo».

Una risposta alle continue lamentele per lo stato di insicurezza di Mestre che trovano ampia cassa di risonanza su Facebook, che arriva dopo la diffusione degli ultimi dati sui reati in città da parte del prefetto Cuttaia, in risposta alle lamentele di una cittadina. «Non ci siamo affatto dimenticati di Mestre e tutte le attività che stiamo svolgendo diventano spunto per nuove attività di intelligence», dice il questore ricordando che ogni segnalazione dei cittadini è preziosa ma non è detto che produca subito risultati, serve il lavoro di investigazione. La vasta operazione di controllo di questa settimana che ha coinvolto il quartiere Piave, piazzale Donatori di Sangue, via Circonvallazione, l’ex Umberto I, è solo un antipasto dei prossimi mesi, ribadisce Sanna. Interventi di questo tipo saranno ripetuti a Marghera e poi a Chioggia e Jesolo.

«Ribadisco il nostro impegno a 360 gradi», continua a spiegare il nuovo questore, «in un territorio che è vasto e che vede una vasta mobilità anche per settori di illegalità come gli stupefacenti, la prostituzione, la tratta di persone, l’immigrazione clandestina. Certo», prosegue Sanna rivolgendosi idealmente ai cittadini attraverso i giornalisti convocati nella sede di Santa Chiara, «non è nuovo quel che sta facendo il questore ma vogliamo mettere un tassello in più per dare tranquillità ai cittadini. Ricordiamoci tutti che la sensazione generale di sicurezza è influenzata anche dalla crisi. Perché laddove il cittadino non ha problemi riesce a sopportare meglio anche piccoli problemi di degrado. Oggi che la situazione generale è difficile, la sicurezza ne risente». I controlli si ripeteranno in collaborazione di altre forze dell’ordine. «Nel lavoro di gruppo si lasciano pochi spazi al nostro nemico, che è sempre più organizzato e aggressivo», dice ancora il questore di Venezia, che poi torna a lanciare un messaggio ai cittadini che denunciano episodi sulle pagine di Facebook e del gruppo di “Sos Mestre”, per fare un esempio. «La gente questo lo deve capire: il nostro intervento, come in questa operazione, è stato lungo e fatto di riscontri e accertamenti anche senza essere visibili. In questo modo chi prendiamo non uscirà il giorno dopo». Il riferimento è anche alla situazione della giustizia, dopo il decreto svuotacarcere. Sette i braccialetti elettronici utilizzati in città.

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