Lotta all’evasione fiscale, Venezia fa i primi nomi
di Francesco Furlan
Non c’è solo Cortina. Dalla perla delle Dolomiti, alle gondole di Piazza San Marco a Venezia la lotta all’evasione passa anche per Mestre, Spinea, Mira, Portogruaro e Cavallino. Sono questi i cinque Comuni del Veneziano che hanno già siglato un patto con l’Agenzia delle entrate per la partecipazione all’attività di controllo fiscale. Funziona così: i Comuni segnalano casi sospetti, gli uomini del Fisco controllano, e i Comuni incassano - qualora fosse riscontrata l’evasione - fino al 100% delle sanzioni recuperate o delle imposte. Il Comune di Venezia è stato il primo a firmare.
«Come Comune di Venezia noi abbiamo già fatto dieci segnalazioni - spiega il vicesindaco e assessore al Bilancio, Sandro Simionato -. Detta così potrebbe sembrare poco, ma questo è un numero frutto già di una prima scrematura». Insomma, i funzionari del Comune non sono andati a colpo sicuro, ma quasi. Partite le segnalazioni, ora dovranno scattare le verifiche del fisco. «L’accordo siglato – aggiunge Simionato – è fondamentale per condividere e incrociare i nostri dati con quelli dell’Agenzia delle entrate. Venezia ha rotto la timidezza, ora si attendono le segnalazioni degli altri comuni, che hanno siglato l’accorso tra ottobre e dicembre. I funzionari dei comuni sono già stati formati, perlopiù dipendenti dell’ufficio Tributi, a Venezia anche vigili urbani. Difficile dire quanto questi controlli aiuteranno le vuote casse dei municipi.
«Per vedere i soldi è necessario aspettare tutto l’iter, e ai comuni vengono girati solo dopo che l’Agenzia li ha realmente incassati – aggiunge Simionato – è difficile perciò dire quanto incasseremo, e proprio per questo non è stata iscritta alcuna somma a bilancio». Alcuni dati aiutano a mettere a fuoco l’obiettivo: nel 2010, ultimo dato disponibile, l’Agenzia delle entrate ha incassato in Veneto 735 milioni di euro, il 22,5% in più rispetto all’anno precedente. In particolare 432 milioni di euro, il 21% in più rispetto al 2009, sono stati incassati proprio grazie all’attività di controllo, 952 verifiche fiscali di vario genere.
I controlli dei Comuni riguarderenno in particolare cinque ambiti. Commercio e professioni (chi esercità un’attività economica senza partita Iva o si spaccia per ente no profit senza esserlo); urbanistica e territorio (la compravendita di aree edificabili); proprietà immobiliari (Ici, seconde case, etc); residenze fittizie all’estero di chi invece coltiva i propri affari in Italia; disponibilità di beni indicativi di capacità economica. E’ ques’ultimo forse l’aspetto più immediato per una verifica: può chi va all’aperitivo con un’auto da 150 mila euro dichiararne meno di 10 mila l’anno? Probabilmente no.
Ecco che scatta la segnalazione dei Comuni e la verifica dell’Agenzia. Un percorso certo più facile nei comuni più piccoli, dove i segreti si rompono nel tempo di un caffè al bar. Lo scopo degli accordi Comuni-Agenzia è tuttavia anche mediatico: far sapere ai furbetti del fisco che i controlli si fanno più stretti. «La nostra presenza sul territorio si esprime anche con questi accordi – spiega il direttore dell’Agenzia delle entrate del Veneto, Giovanni Achille Sanzò – che permetteranno di mettere in atto un recupero dell’evasione fiscale sempre più capillare». Nuovi comuni si preparano a firmare l’accordo.
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